E’ stato facile ricollegare l’ultima intimidazione con la vicenda della denuncia presentata dal deputato – imprenditore contro gli estorsori di Palermo che gli avevano chiesto un “pizzo” di 50 mila euro per “mettersi a posto”. Lo scorso 30 giugno i carabinieri del Ros arrestarono nel capoluogo siciliano, i fratelli Giorgio e Cosimo Vernengo, legati alla famiglia omonima di Santa Maria di Gesù. E oltre a loro anche Paola Durante. Le indagini dei carabinieri appurarono che gli indagati avrebbero preteso un pagamento di 50 mila euro nel 2015 alla Bingo Magic Star di via Villagrazia, oggi di proprietà del gruppo imprenditoriale Gennuso.
I due fratelli Vernengo sono figli di Pietro, soprannominato “u Tistuni”, boss storico che sta scontando una condanna all’ergastolo per omicidio.
Anche Cosimo ha rischiato l’ergastolo. Si tratta, infatti, di uno dei condannati al “fine pena mai” e scarcerati quando sono state smascherate le bugie dei falsi pentiti. Cosimo era finito in carcere nel luglio del 1994. Nel 1999 è tornato libero quando la Corte d’assise di Caltanissetta che lo ha assolto per la strage, lo ha condannato a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa. Nel 2002 i giudici d’appello hanno stabilito per Cosimo l’ergastolo e lui si è reso irreperibile. E’ stato scovato due anni dopo in una palazzina a Monreale. Nel 2011 la nuova scarcerazione, dopo che il processo per la strage di via D’Amelio è stato azzerato.
Il giorno dopo gli arresti di personaggi legati ad una famiglia potente di Cosa Nostra, Pippo Gennuso ha chiesto sia al prefetto di Palermo che a quello di Siracusa, di avere una protezione per la sua famiglia. Richiesta che a tutt’oggi non è stata esaudita. Tra l’altro in passato il parlamentare, che non si è mai piegato alle richieste del racket, aveva denunciato un clan di estorsori anche in provincia di Siracusa.
E’ ACCADUTO IN CONTRADA SAN BASILIO A ISPICA “Se non ritratti, la facciamo finita”, minacce di morte a Pippo Gennuso -( Dal quotidiano on -line “Nuovo sud.it”)
La vicenda sarebbe legata agli arresti avvenuti a Palermo all’inizio dell’estate dopo che il parlamentare – imprenditore si era rifiutato di pagare un “pizzo” di 50 mila euro che gli era stato chiesto dai fratelli Giorgio e Cosimo Vernengo figli del capomafia Pietro che sta scontando l’ergastolo”Se non ritratti, la facciamo finita”. E’ l’ultima delle minacce ricevute dal deputato – imprenditore siracusano, Giuseppe Gennuso, che ha presentato una dettagliata denuncia alla stazione dei carabinieri di Rosolini, su quanto gli è accaduto lunedì scorso, ma la notizia la si è appresa soltanto questa mattina. Il parlamentare si trovava così come fa quasi tutte le mattine,i n un suo appezzamento di terra in contrada San Basilio, in territorio di Ispica, per la consueta passeggiata in campagna e per fare eseguire dei lavori agli operai, quando si è visto spuntare due individui a bordo di una moto di grossa cilindrata e con il volto coperto da caschi. Il parlamentare ha avuto paura ed ha capito che quei motociclisti erano arrivati lì per lui. Come ha scritto nella denuncia avrebbe voluto scappare ma non aveva vie di fuga. Il malvivente che guidava la moto gli si è avvicinato e mostrandogli sotto il giubbotto una pistola, con accento catanese, gli ha detto: ” Devi ritrattare, devi cambiare versione, altrimenti la facciamo finita… presuntuoso che sei”. Poi i due si sono allontanati , facendo perdere le tracce. Questo è accaduto intorno alle 7 del mattino. Il parlamentare sotto choc, ha immediatamente avvertito sia i carabinieri di Rosolini, che quelli di Ispica, questi ultimi sono arrivati due ore dopo l’accaduto. Ventiquattr’ore prima, ignoti, sempre sullo stesso posto, aveva tagliato i tubi di una condotta idrica.