Sebastiano Fortunato ha deciso di passare la mano. In una lettera di commiato indirizzata all’Assemblea dei Soci sono state espresse le motivazioni della decisione di lasciare la Presidenza del Consorzio ad altri.
“Ricordo quando nel lontano 2007 mi fu conferito questo prestigioso incarico. Doveva durare solo 6 mesi” – così inizia la missiva scritta da Fortunato – “invece sono già trascorsi quasi 11 anni! Ora è il momento di lasciare il Consorzio ad altri che spero lavorino con lo stesso spirito profuso durante la mia presidenza guardando in primis al bene comune e mettendo da parte le convenienze personali; dando priorità al marchio collettivo rispetto a quello proprio”
Non si possono che definire importanti i risultati conseguiti in questi anni. Oggi il consorzio presenta una struttura societaria ben definita, con un organigramma funzionale in ogni sua parte e un flusso di lavoro efficiente ed efficace grazie all’apporto di professionalità interne ed esterne di prim’ordine.
Diverse le opportunità colte attraverso i progetti finanziati dalle misure (PSR, FESR e altro) a livello comunitario, nazionale, regionale e comunale. Ciò ha consentito di porre in essere l’efficace promozione e tutela del prodotto e del territorio. “Vado orgoglioso del processo di gestione dei progetti” – dice Fortunato – “Ad esempio uno dei primi finanziamenti ricevuti dal Consorzio e che ha portato a un fruttuoso lavoro con la RAI, è stato rendicontato con la massima attenzione, tanto da essere considerato un esempio di efficienza anche da altri consorzi di tutela italiani”
Il progetto Pomodoro di Pachino IGP nasce per riportare il marchio Pachino ai legittimi proprietari; marchio che è stato difeso e tutelato in ogni sede e in ogni momento; a questo proposito va ricordato il successo del ricorso contro il Piano di gestione delle Riserve il quale è stato accolto prima dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 212/2014 e poi dal TAR Sicilia di Catania con la sentenza n. 1382 del 2015.
Tanto è stato fatto e ancora c’è da fare sul fronte della qualità del pomodoro IGP che si trova nei banchi della GDO e del settore HORECA. La squadra di agenti vigilatori messa in campo, ha il preciso compito di verificare se il prodotto è in linea o meno con il disciplinare; così come il sistema di autocontrollo volontario permette di tracciare sin dalla sua origine se il pomodoro che parte dalle aziende del territorio rispetti o meno le caratteristiche IGP.
“Ma uno dei risultati di cui vado più fiero” aggiunge Fortunato, “è il riconoscimento IGP anche per il Plum e il Miniplum. Ciò ha consentito l’inserimento di nuove referenze presso la GDO in modo da aumentare in pochi anni i volumi di prodotto commercializzato così come, si spera, il numero di nuovi associati.