Il regime, perché di questo si deve parlare ormai in Italia, ha paura del voto e sta tentando di truccare le carte per sottrarsi al giudizio degli elettori. Solo così si può spiegare l’affannosa ricerca di espedienti per evitare i referendum da parte di un governo ostaggio di lobby affaristiche che non intendono rinunciare al business su acqua e nucleare e di un presidente del consiglio preoccupato solo di sfuggire ai suoi processi. Sanno che perderanno su tutti i quesiti, acqua,nucleare, legittimo impedimento. Non se lo possono permettere e non hanno altra scelta che boicottare il voto: hanno oscurato i referendum censurando l’informazione, hanno impedito l’election day per ostacolare il raggiungimento del quorum. Ma non è servito a niente, la mobilitazione continua a crescere. E allora non resta che ricorrere all’inganno, col repentino e poco credibile ripensamento sul nucleare. Il decreto approvato in Senato è certo un segnale della loro debolezza e della nostra forza, ma anche una trappola. Di fatto prevede una sospensiva, non l’abbandono definitivo del piano nucleare: un depistaggio per evitare il referendum. Infatti, pochi giorni dopo ecco l’annuncio di un’altra leggina per boicottare il quesito sull’acqua, che però anche in questo caso non inciderebbe realmente sui processi che il referendum intende bloccare. Piccole furberie da tre soldi, sufficienti però a gettare fumo negli occhi. Decreti che potrebbero non essere mai convertiti, ma intanto saranno serviti a far saltare il referendum o comunque a screditarlo. Alla fine il vero obbiettivo viene fuori: evitare il quorum sul legittimo impedimento per salvare ancora una volta il presidente del consiglio dalla giustizia. È un attacco di gravità inaudita al diritto di voto. Non è la prima volta che si mette mano a nuove leggi per scongiurare un referendum, ma lo si è sempre fatto cercando ampi consensi in Parlamento, mai in modo così spudorato, con un decreto dell’ultima ora. Sabotando il referendum si prendono gioco di uno strumento chiave di controllo sull’attività legislativa da parte dei cittadini. Del resto, se svuotano il Parlamento, assaltano la magistratura e occupano i media è perché hanno paura che i cittadini siano liberi di scegliere e facciano sentire la propria voce. Vogliono fuggire dai rischi della democrazia. Ecco perché è importante mobilitarci tutti per raggiungere il quorum il 12 giugno. Per l’acqua pubblica, contro il nucleare, per salvare la democrazia.
Lino Quartarone
Consigliere Regionale
ARCI SICILIA