Quel che è successo ieri deve chiamarci tutti a riflettere.
La religione non può diventare un pretesto per uccidere, ne la libertà di scrittura un pretesto per morire. La dove si alimentano intolleranza, odio e razzismo, serpeggia la convinzione che qualcuno possa vivere al posto di un altro, che qualcuno debba morire, per far si che qualcun altro possa continuare a vivere secondo i suoi canoni e secondo le sue credenze. In nessun paese che si definisce civile e democratico è accettabile una simile strage.
Nessuno, che sogna un mondo civile e democratico, può cavalcare una simile strage, per ottenere un consenso elettorale evocando continuamente il problema dell’immigrazione clandestina.
E’ vero, l’immigrazione è un problema, ma in questo caso il problema è l’estremismo, che sia ideologico o religioso, che porta uomini ad imbracciare un arma perchè convinti di vivere e dover adempiere ad un fine superiore di quello che è il diritto alla vita di ognuno. E poco importa che i sospettati siano nati e cresciuti in Francia, siano stati addestrati in Mali e Siria durante le guerre civili li combattute e tornati in Francia, magari a bordo di un aereo di linea.
Non può un pazzo credente diventare l’etichetta per tutti quelli che credono nella sua stessa religione ma non nelle pratiche violente con cui la professa. Ne un giornalista morire perchè la sua idea non rispetta le credenze di un pazzo. Perchè se non si parlasse di pazzi, non staremmo qui a parlare di 12 persone morte perchè quello in cui credevano non era un Dio, una religione o un politico, ma il potere persuasivo della loro penna.
Rosolini, lì 08.01.2015 Giovani Democratici Rosolini
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