Ritornano alla carica i geologi di Sicilia con il loro presidente Emanuele Doria, appena appreso dell’accordo per il piano “frane e versanti” tra il ministero dell’Ambiente e la Regione Siciliana siglato qualche giorno fa a Roma.
- “Forse stavolta –afferma Doria-, possiamo veramente mettere la prima pietra sulla prevenzione del dissesto idrogeologico nella nostra regione. Il documento siglato il 12 gennaio u.s. tra il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, il ministro per la Coesione Territoriale e dell’Ambiente, rispettivamente Fabrizio Barca e Corrado Clini, prevede un insieme di interventi per un totale di oltre 12 mln e 700 mila euro, somme che saranno integrate da altri 5 mln e 800 mila euro provenienti dal programma attuativo regionale”. Una terra, la Sicilia, nella quale “oltre 270 sono i comuni (su 390) a rischio idrogeologico e dove gli interventi per la mitigazione del rischio sono stati condotti, finora, in modo poco organico. Occorre –ha aggiunto Doria- maggiore sistema negli interventi ma, soprattutto, bisogna dare priorità agli interventi più urgenti. Non dimentichiamo che ci sono ancora tantissimi siciliani sfollati a causa delle frane, quasi settecento nella sola zona di Saponara”.
- Il presidente lancia una proposta alle amministrazioni comunali isolane: “Se oltre a questi finanziamenti si destinasse una parte di Ici, ora chiamata Imu, versata dai cittadini per gli studi mirati alla mitigazione del rischio idrogeologico e per potere mettere tecnici geologi a disposizione delle amministrazioni comunali –dice-, avremmo fatto un ulteriore passo in avanti verso quella sicurezza del territorio e dei suoi abitanti che tanto manca ancora ai nostri giorni”.
- Il presidente dei geologi siciliani interviene anche sul decreto liberalizzazioni: “Continuiamo a non essere d’accordo sul primo comma dell’art. 9 (abolizione delle tariffe professionali, ndr) inerente alle liberalizzazioni e proseguiremo nel confronto con il governo, in quanto non possiamo lavorare senza riferimento sulle tariffe”. In merito alla decisione del Cipe di dirottare gli 1,6 mld di euro che non saranno spesi per il ponte su altri interventi infrastrutturali, Doria si augura “che siano spesi per il miglioramento ed il potenziamento di infrastrutture in Sicilia ed in Calabria”.