In merito alla trasmissione andata in onda mercoledì 18 maggio scorso, condotta da Vittorio Sgarbi, che ha suscitato non poche reazioni sul modo con cui Sua Eccellenza Mons. Antonio Staglianò è stato reso partecipe, si precisa che, quando Egli è stato invitato a parteciparvi, il programma prevedeva un dibattito teologico su Dio con la presenza di altri interlocutori. Solo il giorno prima si è avuta notizia della modifica della scaletta riguardante il programma. Il tema non fu più su “Dio”, ma sulla “figura del padre”. Pertanto, il Vescovo è stato costretto, a motivo del taglio di improvvisazione preso dalla trasmissione, a limitarsi ad un intervento di pochi minuti. Suo desiderio era quello di rendere presente la Chiesa nell’agorà dei media e rendere ragione della fede cattolica.
In merito all’omelia tenuta il 19 maggio al Santuario della Madonna delle Grazie, riferendosi alla vicenda del signor Riccardo Minardo e della moglie, i quali attualmente sono agli arresti domiciliari, il Vescovo non intendeva entrare nella questione giudiziaria, come egli stesso ha affermato durante l’omelia: «sarebbe un mancare di rispetto alla legge, assolutamente no!, perché rispettiamo la legge, che vada avanti e faccia il suo percorso». Era piuttosto sua intenzione approfittare del caso per parlare della misericordia di Dio e dello stile che la Chiesa deve far proprio nei confronti di “tutti”, senza parzialità di persona: «Gesù è per tutti…espia con la sua morte i peccati dei colpevoli, dei peccatori: sono i malati che hanno bisogno di lui, della sua salvezza».
Del resto, il Vescovo si è fatto più volte carico di situazioni di sofferenza. Basti ricordare la sua partecipazione personale in occasione della dipartita della giovane insegnante di religione Rosanna Di Natale e della tragica vicenda della morte del giovane scalatore Calogero Gambino, e «la vicinanza espressa ai piccoli commercianti e artigiani che a Modica, e non solo, vivono schiacciati dal peso dei debiti di natura fiscale» (Messaggio di S.E. Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, Tempo di Avvento: l’invito al momento opportuno, per tutti, credenti e non credenti, 2010).
Il Vescovo, in realtà, ha voluto porre la sua attenzione sul valore che deve avere il tema della povertà nella vita della Chiesa. È vero che occorre, secondo la prospettiva biblica, imparare a privilegiare il servizio ai poveri, ma è altrettanto vero che nell’annuncio ai poveri non possiamo esimerci dall’assimilare il grande mistero della povertà. La Chiesa deve, prima di ogni opzione privilegiata, accogliere il messaggio della povertà che trapela dallo stile che Gesù ha assunto nella relazione con le persone che ha incontrato: «Se sono ricco – ha affermato ancora Mons. Staglianò – divento povero e se sono povero sto con i poveri, perché la povertà è