Pachino, 25 maggio 2016 – In relazione alla vicenda della cessione delle attività e passività del Credito Aretuseo alla Banca di Credito Cooperativo di Pachino ed alle indagini penali sorte in seguito alla denuncia di alcuni soci della Banca ceduta, alle quali è stato dato ampio spazio sulla cronaca locale e su altre testate giornalistiche, gli amministratori della Banca di Credito Cooperativo di Pachino, certi della correttezza dell’operato della Banca e del suo Presidente e sicuri di poter fare valere le proprie ragioni al più presto ed in ogni sede giudiziaria, ritengono opportuno evidenziare sin d’ora che, contrariamente a quanto affermato nei numerosi articoli di recente pubblicati, la situazione di gravissimo ed irrimediabile dissesto in cui versava il Credito Aretuseo al momento della cessione, già a suo tempo rilevata in sede ispettiva dalla Banca d’Italia, è stata poi sancita dal Tribunale di Siracusa, con la sentenza che ha dichiarato lo stato di insolvenza della suddetta banca, sentenza di recente confermata dalla Corte di Appello di Catania, che ha rigettato il ricorso di alcuni soci e amministratori del Credito Aretuseo, utilizzando espressioni particolarmente dure in relazione alla pregressa gestione.
Invero, la Banca di Credito Cooperativo di Pachino, che non ha ovviamente avuto alcun ruolo nel dissesto del Credito Aretuseo, su richiesta della categoria e con l’approvazione dell’Autorità di Vigilanza, è stata chiamata a compiere un intervento di solidarietà nell’interesse dei risparmiatori ed a tutela dei clienti del Credito Aretuseo, che altrimenti avrebbero visti messi a rischio i loro depositi. L’operazione è stata condotta e portata a termine previo esame ed approvazione dell’amministrazione centrale della Banca d’Italia. Dopo la cessione sono emerse ulteriori perdite derivanti dalla precedente gestione di ammontare ben superiore ai maggiori incassi realizzati rispetto alle previsioni, e di cui tanto strumentalmente si è parlato. Nonostante ciò nessuno dei clienti e dei depositanti del Credito Aretuseo, anche grazie al notevole apporto di risorse finanziarie da parte della Banca di Credito Cooperativo di Pachino, ha subito perdite o limitazioni, potendo continuare ad operare regolarmente sui propri conti e sui propri depositi, senza subire alcun disagio. Parimenti i dipendenti hanno salvato il posto di lavoro. I danni invece lamentati dai soci del Credito Aretuseo, limitatamente alle azioni sottoscritte, sono totalmente addebitabili alla pregressa gestione della Banca che ha causato il dissesto e lo stato di insolvenza. Dissesto e stato di insolvenza successivamente giudiziariamente accertati in via definitiva dal Tribunale di Siracusa e dalla Corte di Appello di Catania, ed in relazione ai quali attualmente pende, presso il Tribunale delle imprese di Catania, una azione di responsabilità civile nei confronti degli amministratori e sindaci del Credito Aretuseo, promossa dagli organi della procedura di liquidazione coatta amministrativa previa autorizzazione della Banca d’Italia, e tendente ad ottenere il risarcimento dei danni causati dalla loro gestione. Ai suddetti soggetti inoltre sono state irrogate rilevanti sanzioni amministrative da parte della Banca d’Italia.
Va infine sottolineato che la Banca di Credito cooperativo di Pachino, come tutti sanno, è una cooperativa a mutualità prevalente, che non persegue pertanto scopo di lucro, che non distribuisce utili ai soci, e che destina i proventi di gestione, oltre che al rafforzamento patrimoniale, ai fondi mutualistici per la cooperazione e ad opere di beneficienza e mutualità, e ciò rende sicuramente poco credibili le accuse rivoltele.
In conclusione la Banca, confidando nella giustizia e nelle sue buone ragioni, si riserva ogni futura azione, anche risarcitoria, nei confronti di coloro che, a qualsiasi titolo, potranno arrecare danno alla sua immagine ed a quella dei suoi esponenti aziendali.