Festa del carrettiere a Comiso: il 13 ottobre, alle 20, sul sagrato della Chiesa Madre, si terrà la quinta edizione della festa dedicata ad uno dei mestieri più rappresentativi della cultura tradizionale siciliana. L’economia dell’isola ed i trasporti, fino agli inizi del secolo scorso, erano in gran parte affidati agli animali da traino ed il “carretto” era lo strumento di lavoro necessario per chi si dedicava al duro lavoro dei campi. Usi e costumi che sono sopravvissuto fino agli anni 60 e, in alcune zone della Sicilia, anche negli anni successivi.
Il “carrettiere”, cioè il conducente dell’antico mezzo di trasporto (che, pur in una Sicilia povera veniva decorato finemente e seconda una tecnica consolidata) è una figura ormai scomparsa. Ma fino a 100 anni fa c’era chi si guadagna va da vivere offrendo i propri servizi per il trasporto delle merci, come oggi avviene per i camionisti.
A Comiso, il ricordo di quest’antico mestiere risuona grazie all’iniziativa dell’associazione “Ippos – arte e cultura”. Nel sagrato sarà allestito un palco con i caratteristiche “carretti”. Momento saliente della serata sarà l’esibizione del baritono Sandro Paternò che narrerà, con le sue canzoni, la vita dei carrettieri. Subito dopo, si esibiranno i musici Francesco Scrofani Cancellieri (pianoforte), Davide Purpura (violino) e Flavia La Perna (percussioni). L’intera serata musicale sarà coordinata da Sandro Paternò. Biagio Barone proporrà alcuni brani di “Lingue e Dialetti” di Ignazio Buttitta e la poesia “U carritteri” del massaro ragusano Turiddu Cilia. Presentano: Mario Presti e Rita Salerno. Ospiti della serata saranno: Giuseppe Cassarino e Pippo Digiacomo, che delineeranno alcuni aspetti di storia popolare legati a questo antico mestiere, ed il “cuntastorie” Giovanni Virgadavola.
Ed un pezzo di storia è anche nell’immagine simbolo scelta per la locandina: una foto della metà del secolo scorso, scattata nel porto di Porto Empedocle da Francesco Cutaja. Nella vicina Agrigento, operava un carradore di Comiso, Raffaele La Scala, che si trasferì lì nel 1947, divendendo il punto di riferimento per l’intera zona.
“La “Festa del carrettiere” – spiega Giombattista Novelli, presidente di Ippos – è nata cinque anni fa. È un omaggio a tutti i carrettieri che hanno fatto la storia ed il nome di Comiso ed a mio padre, anche’egli carrettiere. Molti di loro, oggi, non ci sono più. Una “festa del carrettiere” non esiste in nessun calendario siciliano: con essa, ci tuffiamo, per un giorno, nel ricordo di questo antico mestiere, anche attraverso l’allegria e la malinconia delle sue canzoni”.
“Questa festa – spiega Tiziano Toffolo, che ha coadiuvato le prime edizioni – nasce per non disperdere le vecchie tradizioni e per tramandarle alle nuove generazioni prima che cadano nel dimenticatoio per sempre, ma anche per valorizzare il territorio con l’arte e la sua cultura, per sottolineare l’attenzione alle persone anziane, e quindi ai nonni. Tra le più antiche tradizioni, la cultura del cavallo, nel nostro territorio, è radicata nella figura del carrettiere. Coinvolgendo infatti gli anziani, specialmente i carrettieri più vecchi – che spesso, da diversi anni, sono bloccati in casa (o sono ospitati in case di riposo) – si è riusciti a creare un grande legame con i parenti anziani della famiglia, vicini o lontani, una armonia che si sente vibrare ogni volta, soprattutto alla vigilia delle manifestazioni e questo grazie all’ entusiasmo dei nonni, entusiasmo per la gioia di rivedere recuperate le migliori tradizioni dei loro bei tempi”.