Una lunga e articolata seduta quella del Consiglio comunale di ieri sera a Canicattini Bagni, con la presenza numerosa di cittadini, convocata dal presidente Antonino Zocco per la presentazione da parte del sindaco Paolo Amenta della nuova Giunta nata dopo l’azzeramento e l’avvio del nuovo progetto politico di “comunità” lanciato dal primo cittadino che vede partecipe anche il gruppo di “Trasparenza e Cambiamento” prima all’opposizione.
Nella stessa seduta si è altresì provveduto alla surroga della consigliera Giusy Mara Ricupero, che nei giorni scorsi aveva presentato le dimissioni, con la prima delle non elette della lista di maggioranza “Sviluppo e Futuro”, la venticinquenne Asia Ficara.
I lavori sono stati aperti dal presidente Zocco con la lettura delle lettera di dimissioni della consigliera Giusy Mara Ricupero, nella quale, nel rinnovare il suo sostegno al sindaco e al suo progetto politico ha comunque lasciato il Consiglio. “Una compagna di viaggio – ha detto il presidente Zocco – sempre equilibrata e corretta, come so che lo sarà anche la sua sostituta”.
E a questo punto su proposta dello stesso presidente è stato votato all’unanimità il prelievo dei punti relativi alla surroga della Ricupero con Asia Ficara, che ha fatto così il suo ingresso tra i banchi del Consiglio, dichiarando l’adesione e il sostegno al progetto politico del primo cittadino.
Ultimati gli adempimenti previsti per l’insediamento del nuovo consigliere comunale (giuramento, condizioni di eleggibilità, e verifica dell’inesistenza di cause di incompatibilità), si è passati all’altro punto importante inserito all’ordine del giorno, la comunicazione del sindaco Amenta in ordine alla composizione della Giunta, con relativo dibattito sulla nuova geografia politica all’interno del consesso civico.
Prima di passare la parola al sindaco, Zocco ha dato letture di tutte le lettere di dimissioni che si sono susseguite, dai capigruppo Amenta, Savarino e Cascone, agli assessori La Rosa e Miceli, ai consiglieri delegati all’Unione, Cassarino, Savarino e Tringali, sino alla revoca della delega assessoriale all’assessore Petrolito.
Il primo cittadino nel ringraziare l’ex consigliera Giusy Mara Ricupero per il lavoro svolto e per la vicinanza dimostrargli, ha augurato buon lavoro alla neo consigliera prima di passare a spiegare i motivi che lo hanno indotto, il mese scorso, a chiedere alla sua maggioranza l’azzeramento di tutti gli incarichi per dare vita ad un nuovo corso politico di ampia responsabilità, alla luce della grave crisi che i Comuni e le loro comunità stanno attraversando a seguito dei tagli alle risorse da parte di Stato e Regione, alla forte pressione fiscale decisa dai governi e scaricata sui Comuni, in un momento di difficoltà e di crescita del disagio sociale e della povertà, per mancanza di lavoro e di interventi istituzionali.
Il silenzio della politica, l’assenza di partiti e gruppi che mettano al centro della loro agenda i temi forti della salvaguardia dei Comuni, delle comunità, e quindi dei cittadini, dell’ambiente, dei territori, dando risposte su problemi reali quali la povertà, il disagio sociale, i rifiuti, l’acqua pubblica, il lavoro, la pressione fiscale, il rilancio dello sviluppo, hanno di fatto – ha detto tra l’altro il sindaco Paolo Amenta in un lungo ed articolato intervento – trasferito sui sindaci e quindi sui Comuni, queste problematiche. Trasformando l’Anci, che è poi l’associazione che mette insieme i Sindaci e i Comuni, nell’unico partito oggi a difesa e a fianco dei cittadini. Non a caso il documento che lo stesso Amenta, da vice presidente regionale di AnciSicilia ha contribuito a redigere per chiedere interventi forti dei governo nazionali e regionali, che il Consiglio ha approvato la settima scorsa, è stato votato da oltre 250 Consigli comunali, espressione prima dei cittadini. In uno scenario drammatico come questo – ha proseguito il sindaco – ha chiesto, pertanto, a tutti i consiglieri una maggiore assunzione di responsabilità a difesa della propria comunità, superando le logiche di maggioranza e minoranza, o le logiche ideologiche, per fare fronte unitario e poter portare dal basso il contributo affinchè i Comuni e la Sicilia possano uscire dalla crisi. Un invito – come ha rimarcato Amenta – che è stato recepito dal gruppo che stava all’opposizione e da gran parte dei consiglieri, “mentre altri evidentemente e legittimamente hanno proposte diverse ed alternative con le quali, democraticamente, ci confronteremo. Da ciò abbiamo avviato un percorso che vuole solo aggregare e non dividere”.
Il sindaco Amenta è così passato ad illustrare la nuova Giunta composta dall’ex capogruppo del gruppo di minoranza “Trasparenza e Cambiamento”, Pietro Savarino, con le deleghe di vice sindaco, Ambiente, Urbanistica, Tributi e Polizia Municipale; dall’ex capogruppo del Gruppo Misto, Sebastiano Cascone, con delega allo Sport, Verde Pubblico, Sanità, e Affari cimiteriali; e dai riconfermati Salvatore La Rosa, ai Lavori Pubblici e alla Protezione Civile; e Marilena Miceli, al Welfare, Spettacolo, e Pubblica Istruzione.
Conclusa la comunicazione del sindaco, quello che si è aperto è stato un lungo dibattito sulla nuova geografia politica interna alla maggioranza e al Consiglio che si è protratto per molte ore.
Il primo ad intervenire è stato il presidente Antonino Zocco che in questi mesi, assieme al vice presidente Fabrizio Cultrera, è stato più volte chiamato in causa dalla sua stessa maggioranza per la scelta di non rimettere l’incarico e di non condividere l’operazione di allargamento all’opposizione.
Il presidente Zocco si è detto rammaricato per la fine di una lunga collaborazione politica e amministrativa con il sindaco Amenta e il gruppo con il quale negli ultimi 11 anni è stato in maggioranza, non trovando motivazioni valide all’allargamento di una maggioranza già esistente. Per Zocco, quella a cui si è dato vita sarebbe solo un “inciucio”, per questo si è detto contrario alla nascita di una “maggioranza bulgara” che non avrebbe garantito alcun processo democratico in seno al Consiglio. E comunque se “rivoluzione” doveva essere fatta, questa, come proposto nelle riunioni dell’allora maggioranza dal vice presidente Cultrera, doveva dare segnali forti ala cittadinanza, attraverso la rinunzia delle indennità per chi assumeva incarichi di governo, presidente del Consiglio compreso. Prima di concludere, il presidente Zocco, ha inteso sottolineare come lo stesso non abbia aderito ad alcun partito o gruppi, più che mai al PD, al quale voci di piazza lo vorrebbero collegare, in particolare all’area Cafeo, ma ha rimarcato la sua totale “indipendenza” anche all’interno dell’assise comunale.
Subito dopo ha preso la parola il consigliere Sebastiano Trapani del Gruppo Misto, rimproverando a quanti hanno lasciato il loro ruolo di minoranza, di aver tradito la volontà dell’elettorato per passare in maggioranza. Per il consigliere Trapani il Consiglio non dovrebbe neanche discutere di queste vicende “non essendoci nulla di politico”, ma trattandosi solo di “un pastrocchio” al quale il consigliere Savarino aveva dichiarato nel passato non volersi mai prestare. Dopodiché ha accusato il sindaco di aver distrutto volutamente l’opposizione, e invitato i quattro consiglieri una volta di “Trasparenza e Cambiamento” (Barbagallo, Savarino, Amenta E., Gazzara) a dimettersi.
A prendere la parola subito dopo è stato l’ex capogruppo di maggioranza Gaetano Amenta, che ha ancora una volta ripercorso le difficoltà e i problemi già trattati dal sindaco per quanto riguarda i Comuni e i cittadini. Per Amenta bisogna venire fuori dalle piccole diatribe localistiche per incominciare a pensare a battaglie più grandi, come quelle che riguardano, nel suo complesso, 390 Comuni siciliani, e che il sindaco sta sostenendo con tutta l’Anci, in quanto, come nel caso dei rifiuti, dell’acqua, del taglio ai servizi sociali, alle risorse per garantire gli stipendi e la vita dei Comuni, sono poi i problemi che si ripercuotono sui cittadini. Per Gaetano Amenta, il progetto politico lanciato dal sindaco, “vuole salvaguardare le comunità e mantenere in vita i territori, garantendo il futuro delle giovani generazioni, contro i poteri forti”. Amenta si è poi detto dispiaciuti delle scelte fatte dal presidente e dal vice presidente del Consiglio. In particolare a Zocco ha rinnovato la stima di sempre, dei tanti anni di percorso politico in comune, ricordando come sia vittima di un “malinteso” per quanto riguarda la sua eventuale sostituzione alla presidenza: “non abbiamo mai inteso mettere in difficoltà un amico di percorso”.
Dopo Amenta la parola è passata ad Emanuele Amenta (ex gruppo di opposizione “Trasparenza e Cambiamento”), che ha rimproverato a Zocco il fatto che per 11 anni ha percepito regolarmente l’indennità che ora mette in discussione solo perché la maggioranza è stata allargata al suo gruppo. E ancora ha ricordato l’impegno del suo gruppo, anche ora in maggioranza, a lavorare per ridurre la pressione fiscale sui cittadini attraverso i tagli ai costi della politica e la lotta agli sprechi.
“Nessuno qui dentro può darci e può dare al sottoscritto lezioni di moralità o invitarci alle dimissioni perché nella nostra esperienza politica, abbiamo sempre anteposto i problemi dei cittadini e della città a quelli personali”, ha esordito nel suo intervento l’attuale vice sindaco Pietro Savarino, ex capogruppo di “Trasparenza e Cambiamento”. Sin dall’inizio ha ricordato Savarino, con il sindaco Amenta, che ha ringraziato per la fiducia e per il coraggio dimostrato nel chiamare il suo gruppo in maggioranza, si sapeva che l’operazione di allargamento non sarebbe passata inosservata e si sarebbe prestata ad attacchi e commenti. Ciononostante è stata accolta con senso di responsabilità, dopo un confronto con i riferenti del gruppo e con l’allora candidato a sindaco della stessa lista “Trasparenza e Cambiamento”, dottor Paolo Tuccitto. Nessuno, ha rimarcato Savarino, si è detto contrario ad un loro impegno in prima fila, mettendoci la faccia, per lavorare assieme ad Amenta a non fare morire la comunità canicattinese. Ritenendo altresì più che positivo, proprio per il lavoro che Amenta sta facendo a livello regionale a difesa dei Comuni, che da Canicattini Bagni potesse nascere anche una candidatura forte alle prossime regionali, per portare le istanze dei territori a Palermo.
E proprio le capacità e l’impegno dei sindaco Amenta, mai disconosciute, sono al centro dell’intervento del vice presidente del Consiglio, Fabrizio Cultrera, che però ha tenuto a difendere lo “scetticismo”, suo e del presidente Zocco, nei confronti di un’operazione di allargamento di una maggioranza che già si presentava coesa e che necessitava solo di essere stimolata e ravvivata e non certo sostituita. “Nessuno può sindacare sulla correttezza ideologica del progetto del sindaco”, ha detto Cultrera, ma era normale chiedersi quali fossero gli scopi della nuova coalizione. “Ho ritenuto insufficienti le motivazioni”, ha ricordato, così come quella che da definito “anomalia” possa difficilmente contrastare la crisi regionale. Il progetto del sindaco, per il vice presidente del Consiglio, sarebbe comunque onorevole, la confusione a suo dire sarebbe stata al momento del lancio. Cultrera ha poi chiarito la sua proposta sulla necessità della rinunzia alle indennità, che ritiene legittime per chi spende il proprio tempo per occuparsi dei problemi dei cittadini, ma che nel caso di Canicattini, sarebbe suonata come una risposta “forte” ad un cambiamento radicale “rivoluzionario”. Cultrera, infine, nel comunicare di non aver aderito ad alcun partito e di aver avuto sino ad allora quale unico riferente il sindaco, ha dichiarato di ritenersi “indipendente”, garantendo il suo apporto leale ai lavori del Consiglio escludendo ogni forma di ostruzionismo.
Il consigliere ed assessore Sebastiano Cascone, intervenendo, ha invece ricordato come non risponda al vero il fatto che le proposte avanzate da Cultrera nelle riunioni di maggioranza che hanno preceduto l’azzeramento, sulle indennità o sui gruppi di lavoro dei consiglieri da affiancare agli assessori, siano cadute nel vuoto, avendo la maggioranza dei presenti espresso l’impegno a discuterne subito dopo l’avvio del nuovo percorso. Così come sulla vicenda della presidenza del Consiglio che deve essere, ha sottolineato, com’è stata sinora, espressione della maggioranza, non c’è mai stata alcuna forzatura.
Di funzioni dell’amministratore, che non possono essere a tempo indeterminato, ha invece parlato il consigliere Salvatore Miano, anch’egli già protagonista della maggioranza uscente, che ha dichiarato la sua non condivisione della scelta del sindaco di rinunzia alla maggioranza coesa che già lo sosteneva per costruirne una nuova. Miano ha quindi rimproverato al primo cittadino la segretezza con la quale ha costruito, all’insaputa di tutti o di quasi tutti i consiglieri del gruppo, le adesioni prima della consigliera Barbagallo e poi del gruppo di “Trasparenza e Cambiamento”, portandole a cose già fatte al gruppo. Così come, visti gli impegni palermitani all’Anci del primo cittadino, ha ritenuto quasi una “reggenza” la troppa “ingerenza” del capogruppo di “Sviluppo e Futuro”, nonché fratello del sindaco, nell’attività amministrativa. Lamentando, nel contempo, la mancata discussione con i consiglieri di una eventuale attribuzione della presidenza del Consiglio al capogruppo. Salvatore Miano, nel suo intervento, non ha comunque escluso questa ipotesi, ma solo, ha sottolineato, se frutto di una scelta collettiva e non per caduta. Poi cita Dario Fo sul potere, riferendosi al sindaco: “La cosa tragica del potere è che si perde il metro…”. Dichiarandosi d’accordo alla rinunzia delle indennità, ha infine annunciato la scelta di dichiararsi “indipendente”, e associandosi alle parole di Gaetano Amenta, si è augurato che quanto successo sia solo “frutto di un grande equivoco”.
A Miano ha risposto Gaetano Amenta ricordando che non c’è stata nessuna “reggenza” così come a Canicattini Bagni non c’è nessun “zar”, come accusava Giovanni Cafeo di Siracusa “a nome e per conto di chi vuole restare nascosto”, ma piuttosto il normale impegno verso i problemi della città e i temi citati dal sindaco da parte di chi ricopre la carica di consigliere e la responsabilità di capogruppo, rispetto al “poco tempo” messo a disposizione da alcuni consiglieri.
Dopo Amenta hanno preso la parola i consiglieri Cataldi, Trapani e Gazzara. Quest’ultimo per esprimere la delusione per la decisione di uscire dal gruppo del presidente e del vice presidente: “Persone che ritengo valide e con la quale mi sarebbe piaciuto, oggi anch’io in maggioranza, lavorare sui temi della città”. Gazzara, parlando poi della scelta fatta di uscire dall’isolamento dell’opposizione, per porre finalmente dalla maggioranza l’attenzione sui problemi indicati in questi anni in Consiglio, come la pressione fiscale sui cittadini, ha ribadito la condivisione sua e degli altri suoi colleghi di gruppo, del “progetto di comunità” proposto dal sindaco Paolo Amenta.
Con la Loretta Barbagallo che invitava tutti all’unità, si sono conclusi gli interventi e il presidente, a notte inoltrata, ha chiuso i lavori.
La costituzione dei gruppi, come è stato annunciato avverrà nella seduta prossimo del Consiglio.