Berlusconi getta la maschera. Non gli basta comprarsi un paio di deputati a settimana per recuperare un consenso sempre più vacillante. E allora, nel disperato tentativo di guadagnare indulgenze da una Chiesa a tratti ostile, rilancia l’offensiva integralista contro gay e coppie di fatto e insulta la scuola statale con uno spudorato spot a favore delle scuole private. Un attacco frontale all’istruzione pubblica, già mortificata e privata di risorse, e ora accusata di inculcare nei giovani valori contrari a quelli delle famiglie, magari al servizio della propaganda bolscevica. Non c’è niente da ridere, è troppo grave che un capo di governo esprima così esplicito disprezzo per l’istituzione deputata alla formazione dei suoi cittadini. Dopo aver lavorato per anni alla distruzione della cultura del Paese con l’occupazione sistematica delle televisioni, ora porta l’attacco finale all’unico vero nemico che resta sul campo: la scuola che deve formare le capacità critiche e le libere coscienze dei cittadini. La Costituzione assegna allo Stato il compito di fornire a tutti e tutte un bagaglio di conoscenze e di strumenti ampio e plurale. La scuola pubblica è il primo motore di inclusione e mobilità sociale, il luogo dove si formano le competenze di cittadinanza, si impara a crescere insieme, ad esercitare il pensiero, l’autonomia di giudizio e la libertà di scelta. Una buona scuola pubblica è nemica di ogni integralismo perché le sue basi irrinunciabili sono la laicità, la libertà di insegnamento e di ricerca. Mentre altri paesi europei puntano sulla conoscenza per uscire dalla crisi, in Italia stiamo producendo un epocale disinvestimento economico e politico nei sistemi di istruzione, formazione e ricerca. Una scelta irresponsabile, destinata ad aggravare disuguaglianze e squilibri sociali e territoriali.
Lino Quartarone
Consigliere Regionale
ARCI-SICILIA
Docente scuola primaria