Le iscrizioni diminuiscono, in linea con il trend nazionale. Il Direttore del Dipartimento Pennisi:«Non é solo colpa della crisi. La contrazione demografica é stata sottovalutata, nei prossimi anni gli iscritti diminuiranno ovunque»
L’inaugurazione del nuovo Anno Accademico 2013/2014 a Noto diventa un momento di riflessione per il Cumo, il Consorzio del Mediterraneo Orientale con sede a palazzo Giavanti, sede periferica dell’ Università di Messina.
Il consuntivo si apre con note positive: ad oggi il Cumo rappresenta l’unica sede periferica ufficialmente accreditata dal Ministero. Il segreto? «Qui gestiamo ogni cosa come se fosse casa nostra: non si spreca un solo euro, tempo e risorse umane vanno ottimizzate, i processi gestionali sono seguiti in maniera attenta e lungimirante- spiega Antonio Pennisi, il Direttore del Dipartimento-. Questo ci ha permesso di raddoppiare i corsi di Laurea che oggi sono due, Scienze della Formazione e Scienze della Comunicazione e di vantare un bilancio che, pur tra mille ristrettezze, si mantiene sano».
Le matricole sono state motivate con discorsi appassionati sul valore dello studio:«Pensate che quando studiate non lo fate mai solo per voi- ha detto l’amministratore delegato del Cumo, Salvatore Cavallo-. Quando acquisite competenze, quando migliorate il vostro livello culturale personale, allo stesso tempo state incidendo profondamente sulla realtà che vi circonda. Quando studiate state migliorando la nostra comunità».
«Oggi la laurea non vale più in virtù del suo riconoscimento ufficiale: siamo in troppi per essere competitivi solo alla luce del possesso di un titolo-ha ribadito Pennisi-. Occorre puntare a conoscenze legate al mondo del lavoro e specifiche: basta con studi generalisti, noi puntiamo a dare indicazioni precise e legate all’ambito delle Scienze Cognitive; rappresentano la nuova sfida degli studi attuali, perché uniscono l’ambito scientifico e quello umanistico in una nuova prospettiva di conoscenza del mondo e dell’uomo. La programmazione é un momento essenziale degli studi: non potete permettervi di perdere del tempo, perché oggi siete in competizione con il mondo intero».
Nota dolente per le iscrizioni, che quest’anno sono diminuite, in linea con il trend nazionale: «Ma non é solo colpa della crisi economica. La contrazione demografica é stata sottovalutata e invece rappresenta la ragione principale della diminuzione delle iscrizioni. Nelle scuole di ordine e grado inferiore ci sono ancora gli immigrati a “riempire” le lacune demografiche degli italiani, ma all’Università no. Da quest’anno iniziamo una leva che rappresenta il minimo storico della natalità e anche le Università ne risentiranno».