Le deputate Ars Stefania Campo e Gianina Ciancio contro la deregulation degli stabilimenti balneari nelle coste siciliane. Playa di Catania emblema di abusi. Scattano interrogazione e richiesta audizione.
In Sicilia è diventato impossibile accedere al mare dove ci sono stabilimenti. Molte spiagge sono totalmente inaccessibili a causa dell’opprimente processo di privatizzazione da parte di lidi e stabilimenti balneari privati. Una situazione insostenibile di cui la Regione Siciliana ha grosse responsabilità. E’ arrivato il momento di cambiare le cose”. A denunciarlo sono i deputati del Movimento 5 Stelle dell’Ars che, con una interrogazione che vede come prima firmataria la ragusana Stefania Campo, chiedono al presidente della Regione e all’assessorato competente chiarimenti sulla libera fruizione delle coste e sulle irregolarità riscontrate in numerosi lidi e stabilimenti balneari siciliani. “Ho ricevuto decine di segnalazioni e ho constatato personalmente – spiega Stefania Campo – anche numerosi casi di concessionari che hanno impedito ai bagnanti di transitare all’interno del lido per raggiungere la battigia, se non previo pagamento del ticket d’ingresso, nonostante la normativa sia chiara nel prevedere che ‘il concessionario deve consentire il libero transito, attraverso lo stabilimento balneare, a coloro che siano diretti verso la fascia di bagnasciuga antistante la struttura”. I Cinquestelle adesso chiedono un’inversione di rotta nel rilascio delle concessioni demaniali marittime, eliminando quel muro fisico, visivo e psicologico che impedisce la libera fruizione del litorale.
“La situazione del litorale Catanese ha dell’incredibile – sottolinea Gianina Ciancio – c’è un altissimo numero di stabilimenti balneari e strutture ricettive che, da decenni, impedisce non solo il libero accesso, ma anche la sola visione del mare dalla strada. In passato abbiamo proposto all’amministrazione comunale di Catania alcune modifiche al Pudm, strumento che regola le concessioni, senza essere minimamente ascoltati. Tra le proposte c’erano, ad esempio, decementificazione del litorale; cartellonistica davanti ogni lido che illustri i diritti del bagnante compreso il suo imprescindibile diritto di accesso al mare; individuazione di ulteriori fasce tra le concessioni nelle quali fosse possibile sostare; eliminazione di muri, recinzioni, e qualunque barriera fisica; e tanto altro. Cose che dovrebbero rappresentare la normalità e che purtroppo diventano un lusso, in particolare nel capoluogo etneo. Chiederemo un’audizione dell’assessore regionale in Commissione ambiente, per capire cosa si sta facendo per mettere ordine al caos che regna nella regione siciliana e punire finalmente gli abusi”.
“Chiediamo, oltretutto, attente verifiche – conclude la deputata Campo – sul rispetto delle prescrizioni contenute nelle concessioni già rilasciate, al fine di azzerare abusi e irregolarità. La libera e gratuita fruizione di un bene, che deve restare pubblico, come le spiagge, è imprescindibile. Chiediamo, con forza, che si adottino tutte le iniziative necessarie per accedere al mare senza dover pagare alcun obolo ai ‘proprietari’ dei lidi e per contrastare la sempre più pervasiva privatizzazione delle spiagge che, in realtà, si sta, progressivamente e indiscriminatamente, trasmutando in una privatizzazione del mare”.