Un comune su quattro è ormai privo di servizi bancari ed il Governo Musumeci sta affrontando la vicenda, tasso crescente di abbandono dell’Isola da parte degli Istituti bancari nazionali, sintomatico di una situazione strutturale del sistema bancario in piena trasformazione. Misure per contrastare la ‘desertificazione bancaria’ e la ‘stretta creditizia’ su imprese e famiglie. Pronta l’intesa con ABI per garantire l’anticipazione alle imprese per l’accesso ai finanziamenti comunitari.
Palermo – Presentato oggi, presso l’Assessorato dell’Economia, il rapporto annuale sull’andamento bancario, sull’articolazione territoriale degli istituti di credito, dei depositi e dei prestiti concessi ai vari settori produttivi e alle famiglie siciliane, alla presenza dell’IRFIS, dell’ABI-Sicilia (dott. Passerini), dell’Asso Confidi (dott. Carlino).
La situazione del credito per le famiglie e le imprese siciliane: al 31 dicembre 2018 i depositi hanno mostrato, in Sicilia, un valore superiore rispetto a quello registrato nello stesso periodo degli anni appena precedenti. In tutte le aree analizzate la maggior parte degli impieghi erogati dalle banche al settore produttivo viene destinata ai servizi, in Sicilia l’incidenza delle attività terziarie sul totale degli impieghi ha un peso più elevato se confrontato con la media nazionale. L’analisi degli impieghi destinati alle imprese, classificate in relazione al numero di addetti, mostra una marcata incidenza in favore delle piccole e micro imprese, in particolare per quelle con meno di 20 dipendenti (il 28,6% del totale degli impieghi, rispetto al dato nazionale pari al 18%); gli impieghi in favore delle imprese con almeno 20 addetti assorbono, invece, nell’Isola il 71,4% dei prestiti al settore produttivo, rispetto al 82% della media nazionale.
A dicembre 2018 il 54,5% degli impieghi erogati in Sicilia è risultato destinato alle famiglie, a fronte di un dato medio nazionale del 32,4%, conferma della desertificazione imprenditoriale in corso. Tale andamento risente in particolare della contrazione del credito al settore produttivo e della debolezza degli investimenti, mentre è proseguita l’espansione dei finanziamenti alle famiglie consumatrici che hanno invece continuato a crescere a ritmi sostenuti, sospinti dall’aumento della domanda di credito al consumo.
La desertificazione bancaria: al 31 dicembre 2018 la struttura complessiva del sistema bancario siciliano risulta costituita da 59 banche attive con 1273 sportelli (erano 68 con 1762 sportelli nel 2010). In tale contesto si vedono ridotte a 23 le banche aventi sede legale in Sicilia (erano 35 nel 2010). Il 26,2% dei comuni siciliani (in pratica 102 comuni su 390, più di 1 su 4) risulta ormai privo di uno sportello bancario.
“Prendiamo atto – ha dichiarato sull’argomento il vicepresidente ed assessore all’Economia, Gaetano Armao – che il sistema bancario siciliano, profondamente mutato nella sua morfologia, deve dimostrare di saper far di più di fronte alla ripresa della propensione al risparmio e dell’incremento della raccolta incrementando l’offerta di credito per sostenere lo sviluppo. Sul fenomeno specifico delle chiusure, nei comuni con un solo sportello, l’Assessorato ha avviato con l’ABI-Sicilia un confronto per contenere i disagi ai cittadini e contrastare la riduzione dei servizi bancari e con Poste italiane, l’adozione di misure di accompagnamento per la copertura delle aree sprovviste di sportello“.
Il flusso dei nuovi crediti deteriorati è rimasto contenuto e inferiore al livello pre-crisi; segnali di peggioramento si sono rilevati tuttavia per le imprese, soprattutto per quelle manifatturiere e delle costruzioni. Si è intensificato l’aumento dei depositi bancari detenuti dalle famiglie e dalle imprese.
Con riguardo, invece, ai cosiddetti impieghi (mutui, carte di credito, prestiti, operazioni di factoring, leasing) rilasciati dalla banche, nel 2018 è confermato il trend che vede i prestiti in netta diminuzione (57 miliardi, 882 milioni, contro i 61 miliardi del 2017).
Anche le sofferenze bancarie (procedura utilizzata dalle banche costrette ad agire legalmente quando i crediti diventano inesigibili) risultano in calo, anche se in Sicilia, il rapporto tra sofferenze e impieghi è più elevato rispetto alla media nazionale.
Il Fondo di garanzia: Lo stanziamento di oltre 102 milioni € di fondi UE che, grazie all’accordo con Mise e Mef, sono stati conferiti alla Sezione speciale Sicilia del Fondo di Garanzia per garantire le banche nell’erogazione dei prestiti – utilizzati al 50% – costituiscono oggi un’eccellenza nell’impiego dei fondi UE Por Fesr 2014-2020, tanto che è stata sottoposta all’esame della rimodulazione del programma la proposta di raddoppiarne l’importo.
Sul punto si è evidenziato che nonostante sia sta segnalato da mesi al Ministero l’esigenza di modificare il regolamento per scongiurare la richiestadigaranziesuperiori al 20%, ed i numerosi solleciti, quest’ultimo rimane incredibilmente inerte.
Lo scorso luglio 2019 è stato inoltre stipulato con MiSE e MEF un Accordo integrativo introducendo per la prima volta in Sicilia lo strumento del “Tranched Cover”, strumento di garanzia per le banche, affinché possano erogare credito alle imprese con più facilità e minori costi sui tassi di interesse, potenziando il coinvolgimento dei Confidi che intervengono sia sulle cosiddette “tranche junior” e “mezzanine”. L’intervento prevede uno stanziamento iniziale di 5,6 milioni € lo strumento prevede anche che ad essere maggiormente avvantaggiate nell’iniziativa siano le start-up e le imprese femminili.
“Il credito – ha dichiarato, in chiusura della presentazione, il vicepresidente ed assessore all’Economia, Gaetano Armao – nelle sue diverse forme resta una leva essenziale per lo sviluppo della Sicilia delle sue famiglie e le sue imprese. Le misure adottate dal Governo regionale mirano a contrastare la restrizione all’accesso che assume, peraltro, connotati paradossali in tempi di tassi bassi. Stiamo lavorando al rafforzamento della cooperazione con le istituzioni regionali, come con l’affiancamento alle imprese per l’utilizzo delle risorse europee, e con gli strumenti finanziari offerti è già un primo, ma solo iniziale, risultato a partire dall’intervento sulle imprese giovanili attraverso “resto al sud” e le forme di sostegno allo start- up d’impresa”.
Infine, ha concluso Armao “grande soddisfazione per la disponibilità di ABI-Sicilia per garantire l’anticipazione alle imprese per l’accesso ai finanziamenti comunitari del PO-FESR, copia o me già fatto nel settore dell’Agricoltura”