La deputata: “Vedo alcune autorevoli figure istituzionali attaccare non Salvini e la Lega, veri killer del governo entrato in crisi, ma chi invece nel Movimento 5 Stelle ha lottato strappando questo risultato straordinario: autostrada pubblica e zero pedaggio”.
“Sulla Ragusa-Catania, per la prima volta nella storia di questa regione, un governo nazionale definisce un indirizzo politico che è tra i più semplici e chiari possibili, ovvero fondi interamente pubblici per realizzare un’opera fondamentale e strategica per l’intera Sicilia. E cosa fanno alcuni sindaci del territorio? Si stracciano le vesti perché vorrebbero un’autostrada privata, realizzata da ditte private in evidente difficoltà finanziarie, e che per essere percorsa nei suoi brevissimi 68 chilometri verrebbe a costare andata/ritorno ben 24 euro. Tutto ciò è evidentemente assurdo e la stragrande maggioranza dei cittadini delle province di Ragusa e Siracusa l’ha compreso perfettamente”.
Lo evidenzia la deputata regionale Stefania Campo, del Movimento 5 Stelle, che ribadisce l’importanza della linea assunta dal governo nazionale di Giuseppe Conte, oggi ancora in carica per l’ordinaria amministrazione, nel voler realizzare un’autostrada pubblica e a pedaggio zero.
“Stiamo assistendo – prosegue – ad uno spettacolo tristissimo messo in scena da alcuni sindaci, e da qualche rappresentante sindacale, caratterizzato da toni e dichiarazioni carichi di ingiustificabile astio e livore nei confronti dei nostri rappresentanti al governo nazionale, accusati di aver creato confusione e ritardi, di aver complicato le procedure e di aver affrontato la vicenda dell’ampliamento della Ragusa-Catania in maniera ingenua e ideologica. Questi soggetti istituzionali, che dovrebbero però rappresentare il sentimento dei propri cittadini e associati, non si rendono conto di essere rimasti voci nel deserto, privi di seguito popolare, disarcionati sulle barricate. Da un certo punto di vista, si può ben dire che sanno esclusivamente riempire le redazioni di comunicati stampa ripetitivi e totalmente sterili”.
“Sono veramente sbalordita – aggiunge Campo – da questo clima rancoroso e denigratorio, nei confronti soprattutto del ministro Toninelli. Un clima politico a dir poco paradossale, perché proprio adesso che, nel concreto, si sta definendo la procedura amministrativa e burocratica, come chiesto a gran voce in questi mesi, premessa oltretutto obbligatoria all’inizio dei lavori della Ragusa-Catania, vedo alcune autorevoli figure istituzionali sbracciarsi, e sgomitare fra loro, attaccando non Salvini e la Lega, veri killer del governo di Conte e del governo entrato in crisi, ma chi invece nel Movimento 5 Stelle ha lottato per la nostra terra e la nostra regione, strappando questo risultato straordinario: autostrada pubblica e zero pedaggio”.
“Aggiungo, inoltre – dice Campo – che anche il governo regionale di Musumeci si è reso conto della fattibilità di questa opera con risorse interamente pubbliche, tant’è che ha fatto di tutto per poter partecipare all’opera tramite il Cas. Avevano pensato di incassare facile consenso dopo aver attaccato senza mezze misure il governo nazionale e i ministri del movimento 5 stelle ed ora arrancano dietro alla pressione di quei sindaci che chiedono incomprensibili e, soprattutto, impopolari inversioni di marce. Tutti conosciamo le condizioni economiche del Cas e la complessiva incapacità organizzativa che si riverbera con evidenza nella gestione delle opere in corso. Basti pensare allo stato attuale del tratto autostradale Noto-Rosolini, alle frane diffuse in mezza regione, alla situazione debitoria nei confronti di tante aziende fornitrici. Riteniamo quindi doveroso che il Cas ne resti fuori e che magari si occupi di tutto ciò che è attualmente incompleto, in disuso o in procinto di inizio lavori. Musumeci, piuttosto, utilizzi i 217 milioni di euro dei siciliani, di cui parla a vanvera, per le manutenzioni di tutte quelle altre strade siciliane che sono di competenza regionale e che, ad oggi, risultano abbandonate da decenni, ma anche per l’eliminazione del casello di Cassibile e la messa in sicurezza della Catania-Messina. Almeno potrà dare segno tangibile del proprio agire politico invece di tentare di salire su di un treno che è già partito e che viaggia da sé”.
Stefania Campo, altresì, in considerazione delle ultime vicende politiche e istituzionali che hanno interessato il governo Conte, conclude: “Nonostante la crisi politica di questi giorni che ha investito il governo nazionale, noi ribadiamo la volontà di continuare nel percorso intrapreso. Nessun passo indietro, nessuna inversione di marcia. La decisione politica è stata tracciata: le infrastrutture nel Meridione d’Italia devono essere fatte con risorse pubbliche e i cittadini non possono essere chiamati a pagare le tasse due volte, la prima volta con i tributi ordinari e la seconda con assurdi pedaggi che andrebbero a finire direttamente nelle tasche dei soliti grandi soggetti privati. In Italia, ed in Sicilia in particolare, è necessaria la presenza concreta dello Stato soprattutto con tutti quegli investimenti di risorse economiche attese da decenni. Se non fosse così non si comprenderebbe perché centrosinistra e centrodestra parlino ancora di Ragusa-Catania nonostante abbiano governato l’Italia, prima di noi, praticamente dal primo vagito di questa Repubblica”.
erché proprio adesso che, nel concreto, si sta definendo la procedura amministrativa e burocratica, come chiesto a gran voce in questi mesi, premessa oltretutto obbligatoria all’inizio dei lavori della Ragusa-Catania, vedo alcune autorevoli figure istituzionali sbracciarsi, e sgomitare fra loro, attaccando non Salvini e la Lega, veri killer del governo di Conte e del governo entrato in crisi, ma chi invece nel Movimento 5 Stelle ha lottato per la nostra terra e la nostra regione, strappando questo risultato straordinario: autostrada pubblica e zero pedaggio”.
“Aggiungo, inoltre – dice Campo – che anche il governo regionale di Musumeci si è reso conto della fattibilità di questa opera con risorse interamente pubbliche, tant’è che ha fatto di tutto per poter partecipare all’opera tramite il Cas. Avevano pensato di incassare facile consenso dopo aver attaccato senza mezze misure il governo nazionale e i ministri del movimento 5 stelle ed ora arrancano dietro alla pressione di quei sindaci che chiedono incomprensibili e, soprattutto, impopolari inversioni di marce. Tutti conosciamo le condizioni economiche del Cas e la complessiva incapacità organizzativa che si riverbera con evidenza nella gestione delle opere in corso. Basti pensare allo stato attuale del tratto autostradale Noto-Rosolini, alle frane diffuse in mezza regione, alla situazione debitoria nei confronti di tante aziende fornitrici. Riteniamo quindi doveroso che il Cas ne resti fuori e che magari si occupi di tutto ciò che è attualmente incompleto, in disuso o in procinto di inizio lavori. Musumeci, piuttosto, utilizzi i 217 milioni di euro dei siciliani, di cui parla a vanvera, per le manutenzioni di tutte quelle altre strade siciliane che sono di competenza regionale e che, ad oggi, risultano abbandonate da decenni, ma anche per l’eliminazione del casello di Cassibile e la messa in sicurezza della Catania-Messina. Almeno potrà dare segno tangibile del proprio agire politico invece di tentare di salire su di un treno che è già partito e che viaggia da sé”.
Stefania Campo, altresì, in considerazione delle ultime vicende politiche e istituzionali che hanno interessato il governo Conte, conclude: “Nonostante la crisi politica di questi giorni che ha investito il governo nazionale, noi ribadiamo la volontà di continuare nel percorso intrapreso. Nessun passo indietro, nessuna inversione di marcia. La decisione politica è stata tracciata: le infrastrutture nel Meridione d’Italia devono essere fatte con risorse pubbliche e i cittadini non possono essere chiamati a pagare le tasse due volte, la prima volta con i tributi ordinari e la seconda con assurdi pedaggi che andrebbero a finire direttamente nelle tasche dei soliti grandi soggetti privati. In Italia, ed in Sicilia in particolare, è necessaria la presenza concreta dello Stato soprattutto con tutti quegli investimenti di risorse economiche attese da decenni. Se non fosse così non si comprenderebbe perché centrosinistra e centrodestra parlino ancora di Ragusa-Catania nonostante abbiano governato l’Italia, prima di noi, praticamente dal primo vagito di questa Repubblica”.