PALERMO- “Credevo che la legalità al Comune di Pachino fosse nei fatti e non nelle parole. Mi sono clamorosamente sbagliato e l’ultima vicenda inquietante, oggi oggetto di indagine dell’autorità giudiziaria, riguarda l’approvvigionamento idrico di Marzamemi attraverso l’emungimento di un pozzo privato. Su questa vicenda, come rappresentante delle istituzioni, voglio che si faccia chiarezza nell’interesse della salute dei cittadini e dell’erario”. Ad affermarlo è il parlamentare all’Ars, Pippo Gennuso, che intende approfondire attraverso le sue funzioni ispettive il caso del pozzo di contrada Maccari, costato 73 mila euro alle casse del Comune per l’entrata in funzione. “Chiederò all’Asp di Siracusa – dice Gennuso – di sapere se l’acqua immessa nella condotta idrica di Pachino, è stata analizzata dall’ufficio competente, oppure,‘per somma urgenza’, non si è proceduto alle analisi così come la legge prevede. Che tipo di acqua è stata fornita agli esercizi pubblici della borgata? Aveva i requisiti per la potabilità? Tutto questo voglio leggerlo nel resoconto delle analisi di laboratorio fatte dall’Asp, se tutto ciò è avvenuto.Inoltre, mancava pure l’autorizzazione del Genio civile (Regione) per l’emungimento”.
Per il deputato ci sarebbero anche dei costi gonfiati per quanto riguarda l’affitto del pozzo per quattro mesi. “A Marzamemi tutti sanno che l’acqua d’estate non è sufficiente. Saranno almeno 20 anni che c’è l’emergenza idrica, ma l’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Bruno, solo a metà giugno, a stagione già cominciata, ha fatto procedere ai suo uffici, con una serie di determine, affinchè si evitasse una regolare gara d’appalto. Così si è scoperto che il noleggio del gruppo elettrogeno, pompa sommersa, montaggio e smontaggio, i cittadini di Pachino,l’hanno pagato 26 mila euro. Da una mia indagine di mercato, per acquistare un gruppo elettrogeno con le stesse caratteristiche, servono da 14 mila euro e la pompa 4.500. Il Comune per il noleggio di 4 mesi del solo generatore, ne ha spesi undicimila, più le operazioni di montaggio e smontaggio. Anche in questo caso, non si è agito nell’interesse della collettività. Ma sono oramai anni che denuncio l’incapacità di questa amministrazione a fare gli interessi di Pachino e dei pachinesi”.
Palermo, 22 settembre 2018