Uno scafista minaccia un ragazzino di 12 anni che viaggiava da solo per costringerlo a dire che era il figlio così da non essere sospettato e poi espulso dall’Italia. Una coraggiosa donna della Costa d’Avorio nota tutto e lo riferisce alla Squadra Mobile.
15 i fermati nel 2018; 112i fermati nel 2017 (7 minori); 200i fermati del 2016 (29
minori).
Nel 2018 presso l’Hot Spot di Pozzallo hanno già fatto ingresso2075migranti in occasione di 14approdi; nel 2017 erano arrivati 11278 migranti in occasione di 47 approdi; nel 2016 erano arrivati 18.488 migranti in occasione di 56 sbarchi.
La Squadra Mobile di Ragusa ha tratto in arresto,per diverse fattispecie di reato,altri 9 migranti tunisini appena sbarcati.
2 erano stati condannati in Italia per aver commesso i reati di rapina e traffico stupefacenti ma poi erano stati espulsi.
Altri 7 perché erano stati espulsi ed hanno fatto ritorno in Italia.
La Polizia a seguito dello sbarco di ieri ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di:
DAHMAN Haitem, nato in Tunisia il 02.06.1983
LASSAD Chahed, nato in Tunisia in data 16.04.1984
Secondo i testimoni sono loro che hanno condotto l’imbarcazione partita dalle coste tunisine. Il responsabile del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorreva con altri soggetti presenti in Tunisia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.
MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE
Alle ore 9:25 del 24.05.2018, il velivolo “Opsrey 1” informava la Nave “Protector” della presenza di un’imbarcazione carica di migranti in posizione. La Protector si dirigeva verso quel punto di mare e dava inizio alle operazioni di salvataggio e trasbordo di complessivi 62 migranti. Alle successive ore 17:10 IMRCC di Roma disponeva che tutti i 62 migranti fossero trasbordati sulla nave “Francisco de Almeida”.
Alle ore 17.35 del 24.05.2018, IMRCC di Roma segnalava alla nave “Francisco de Almeida” che vi era un’imbarcazione in legno carica di migranti. Alle successive ore 20.05 dava inizio alle operazioni di trasbordo di nr. 105 migranti.
Dopo gli eventi sopra indicati la stessa nave “Francisco De Almeida” rintracciava in mare un’altra barca in legno, con a bordo complessivamente 129 cittadini extracomunitari di prevalente nazionalità tunisina.
Eseguite le operazioni di trasbordo relative ai tre eventi, la nave dirigeva verso il porto di Pozzallo, ove giungeva alle ore 9:00 del 25.05.2018 e sbarcava i 296 migranti.
Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti venivano trasferiti presso l’Hotspot per le operazioni di identificazione.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Pozzallo, hanno sottoposto a fermo due scafisti per aver condotto due barche in legno cariche di migranti dalla Tunisia a Pozzallo.
Anche questa volta la Polizia riesce ad individuare gli scafisti grazie alle testimonianze dei migranti. Uno di loro ha provato ad eludere le indagini fingendo di essere partito dalla Tunisia insieme al figlio. Durante le attività d’investigazione, una donna della Costa d’Avorio si avvicina ad uno dei poliziotti della Squadra Mobile per riferire che quel bambino (indicandolo) non era il figlio di quel signore (lo scafista).
Con assoluta discrezione il bambino veniva separato, con la scusa del gioco, dal presunto padre ed una volta lontano veniva messo a suo agio così da raccontare la verità. Lui ha 12 anni ed è andato via dalla Tunisia ma non lo conosce quel signore, lui è stato minacciato. “Devi dire che sei mio figlio altrimenti mi mandano di nuovo in Tunisia”. Lo scafista aveva adottato questo sistema per eludere le indagini ed evitare il rimpatrio in Tunisia perché i minori non possono essere espulsi quindi sperava di poter restare qui con la scusa di essere il padre.
Nonostante questo tentativo, il minore è stato affidato ad una comunità mentre lo scafista è stato condotto in carcere ed al termine della sua permanenza presso l’Istituto di Pena dovrà tornare in Tunisia.
Dalle indagini è emerso che i migranti sono partiti dalla Tunisiain quanto volevano raggiungere l’Europa perché in scarse condizioni economiche e hanno pagato mediamente 1.000 euro.
Grazie alle testimonianze dei passeggeri è stato possibile trarre in arresto lo scafista che su disposizione dell’Autorità Giudiziaria è stato condotto in carcere.
La Squadra Mobile di Ragusa oltre ad aver indagato per individuare gli scafisti, ha condotto approfondite indagini in ordine a tutti i tunisini sbarcati già espulsi dal territorio italiano.
Dagli accertamenti effettuati a seguito del rilevamento delle impronte digitali da parte della Polizia Scientifica, la Squadra Mobile ha appurato che decine di tunisini erano già stati in Italia ed avevano commesso reati, soprattutto al nord Italia oppure erano già stati espulsi, alcuni poche settimane fa.
Al termine delle indagini, sono ben 9 i soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari e che pertanto sono stati arrestati: 7 sono stati arrestati per aver fatto ingresso in Italia dopo l’espulsione, mentre 2 sono stati arrestati perché su di loro pendeva un mandato di cattura per aver commesso in Italia (quando dimoravano nel nostro paese prima di essere espulsi) diverse fattispecie di reato, in particolar modo traffico di stupefacenti, rapina e lesioni.
Tutti e 9 i soggetti sono stati arrestati e condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione della Procura della Repubblica iblea.
LA CATTURA
Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.
IL DIRIGENTE LA SQUADRA MOBILE
Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato
Dott. Antonino Ciavola