Unitamente ad altri due connazionali, i rumeni avevano depredato case ed aziende agricole da Modica a Vittoria, senza tralasciare alcun paese della provincia iblea.
A dicembre i primi fermi disposti dalla Procura della Repubblica di Ragusa, poi le indagini sono continuate al fine di individuare gli altri complici oggi arrestati.
I rumeni rubavano e gli italiani ricettavano la refurtiva acquistandola e rivendendola.
La Polizia di Stato durante le indagini ha recuperato, complessivamente, refurtiva per oltre 100.000 euro restituita ai legittimi proprietari.
Fondamentale la divulgazione, grazie ai media, delle foto della refurtiva recuperata così da restituirla ai legittimi proprietari.
La Polizia di Stato – Squadra Mobilee Commissariati di Modica e Vittoria – ha eseguito più misure cautelari per furti in abitazione, furti ai danni di aziende agricole, ricettazione e riciclaggio,a carico di:
- SanduFlorin nato in Romania il 06.04.1985 (carcere);
- SanduIoan nato in Romania il 07.06.1987 (carcere);
- Migliorisi Angelo nato a Vittoria il 31.03.1971 (carcere);
- F. rumeno di anni 25 (divieto di dimora)
L’ordine di cattura è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ragusa, su richiesta della Procura delle Repubblica che ha diretto le complesse indagini degli Uffici della Polizia di Stato.
GENESI DELL’INDAGINE
Nel finire del 2017 la Polizia di Stato registrava numerosi furti in provincia di Ragusa; da Modica a Vittoria, passando per tutti gli altri, Ragusa, Pozzallo, Chiaramonte Gulfi, Comiso e Santa Croce Camerina, nessuno indenne.
Le attività che singolarmente i Commissariati di Polizia di Modica e Vittoria conducevano, sembravano avere una stessa matrice così come valutato dalla Squadra Mobile che coordina le diverse unità investigative della provincia.
Da un attento studio dei singoli fatti reato e dall’esame delle immagini di videosorveglianza, emergevano elementi indiziari a carico di un gruppo di rumeni dimoranti a Vittoria. Proprio il personale del Commissariato di Modica, grazie ad una proficua ricerca di elementi di prova, individuava un veicolo in uso a questo gruppo di rumeni.
Così, a novembre del 2017 la Squadra Mobile, unitamente al personale dei Commissariati di Polizia, procedeva ad effettuare una perquisizione a carico di due rumeni recuperando refurtiva per migliaia di euro.
Grazie alla divulgazione ai media delle immagini della refurtiva, la Polizia di Stato riusciva a restituire ai legittimi proprietari il maltolto, denunciare due rumeni e dare avvio alle indagini.
LE INDAGINI
Da quel recupero di refurtiva per migliaia di euro, gli investigatori della Polizia di Stato davano avvio ad un’indagine complessa a carico del gruppo sospettato di commettere i furti.
Le attività venivano coordinate dal Sost. Procuratore della Repubblica Dott. Santo Fornasier hanno permesso in pochi mesi di ricostruire il modus operandi degli indagati.
I soggetti operavano in gruppo o disgiuntamente, ma ogni sera e notte consumavano furti, dai più piccoli ai più grandi, per loro era importante solo rubare.
Le continue perquisizioni e sequestri permettevano però di arrestare il fenomeno, perché gli indagati, avendo capito che la polizia era sulle loro tracce, decidevano di smettere di delinquere e dedicarsi al lavoro.
Durante le indagini è stato appurato che dopo aver rubato, gli indagati dovevano “piazzare” la refurtiva pertanto servivano i ricettatori ovvero coloro che dovevano comprare la merce per rivenderla.
Proprio questa propensione a rubare tutte le sere ed a non lasciare nulla di valore in casa ha dato il nome all’odierna operazione “TERRA BRUCIATA”.
Dove passavano facevano razzia di tutto, dai giocattoli per bambini ad oggetti in oro, da fitofarmaci a concime; tutto andava bene purchè avesse un valore così da poterlo rivendere subito dopo.
Le attività di intercettazione non bastavano, così gli uomini della Squadra Mobile si sono appostati diversi giorni davanti ai luoghi di custodia della refurtiva per la successiva vendita, filmando ogni passaggio della merce dai ladri ai ricettatori.
Grazie alle immagini registrate dagli operatori della Polizia di Stato è stato possibile provare che la merce, anche quella priva di segni identificativi, fosse quella rubata. Dopo aver atteso lo scambio seguiva subito una perquisizione e così sono stati recuperati oggetti di valore per oltre 100.000 euro in occasione di più attività di sequestro.
Grazie all’intensa attività di Polizia Giudiziaria è stato così possibile risalire alle responsabilità di numerosi furti avvenuti in tutta la provincia iblea. Nessun comune è stato risparmiato e tutti gli indagati di origini rumene si sono resi responsabili dei furti. Diversamente, gli italiani hanno curato la ricettazione della merce ed in un caso anche il riciclaggio di un trattore che dopo essere stato rubato, è stato nascosto in un garage dove sono stati cancellati i numeri di telaio per poi poterlo marchiare con nuovi numeri senza avere più traccia del legittimo proprietario derubato.
Le indagini hanno permesso ancora di recuperare dei fitofarmaci di ingente valore, merce che viene rubata con frequenza ai danni delle aziende agricole che subiscono enormi danni. Anche in questa occasione la Polizia di Stato ha recuperato la merce per riaffidarla ai derubati.
Il sistema messo in atto dagli odierni indagati è abbastanza semplice, fare razzia di tutto e poi rivendere tramite i ricettatori.
Per mettere un freno ai furti, il Pubblico Ministero, titolare delle indagini, disponeva il fermo di due rumeni già nel mese di dicembre del 2017; nel contempo delegava la Squadra Mobile a continuare le indagini per risalire agli altri ladri ed ai ricettatori.
Dopo i fermi c’è stata una battuta d’arresto da parte del gruppo e così, in pochi mesi, veniva conclusa l’attività d’indagine ed il Pubblico Ministero richiedeva l’applicazione della misura cautelare a carico degli odierni arrestati.
Le indagini vedono il coinvolgimento di altri due rumeni ed altri italiani, posizioni che verranno valutate successivamente.
LE CATTURE
La Procura della Repubblica di Ragusa consegnava gli ordini di cattura alla Polizia di Stato per l’esecuzione delle misure cautelari disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari.
Alle prime luci di ieri, 20 uomini della Squadra Mobile e dei Commissariati di Modica e Vittoria aspettavano di individuare gli obiettivi; una volta sicuri delle catture, veniva dato il via libera per l’esecuzione contestuale.
Pochi istanti dopo scattava il blitz per le catture e tutti gli odierni arrestati venivano immobilizzati per evitare una possibile fuga.
Dopo le catture gli indagati sono stati condotti negli Uffici della Squadra Mobile per la notifica della misura cautelare a loro carico.
Oltre ai tre soggetti destinatari della misura restrittiva della libertà personale vi sono anche altri soggetti coinvolti; uno di questi è destinatario solo del divieto di dimora a Vittoria.
La Polizia Scientifica ha curato l’identificazione di tutti gli indagati prima che venissero condotti in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Durante la cattura di Migliorsi Angelo, per il quale il Giudice aveva disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari, la Polizia di Stato si avvedeva di una manomissione dell’impianto elettrico, pertanto richiedeva l’intervento dei tecnici ENEL. Dalle verifiche tecniche veniva constatato che Migliorisi avesse manomesso il contatore per rubare energia elettrica pertanto veniva tratto in arresto ed anziché restare in casa veniva condotto in carcere.
“La Polizia di Stato di Ragusa ha sgominato un’altra banda di ladri, individuando in questo caso anche i ricettatori, elementi fondamentali per le consorterie criminali”.
IL DIRIGENTE LA SQUADRA MOBILE
Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato
Dott. Antonino Ciavola