Su disposizione del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Siracusa, Col. Luigi Grasso, proseguono i controlli dei Carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa, unitamente al Nucleo Ispettorato del Lavoro (N.I.L.) d’intesa del Dirigente dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Siracusa e di Personale della locale ASP, per assicurare il rispetto delle norme vigenti a tutela dei lavoratori del settore agricolo e, più nello specifico, contrastare il fenomeno del caporalato.
I servizi sono stati intensificati nell’ultimo periodo anche su impulso delle determinazioni assunte in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, in cui il Sig. Prefetto, Dott. Giuseppe Castaldo, ha concordato sull’esigenza di affrontare, anche con controlli interforze, la specifica problematica sul territorio provinciale.
Dall’inizio dell’anno sono stati eseguiti 10 accessi ispettivi in altrettante aziende agricole e controllate 148 posizioni lavorative. Circa un quarto di esse sono risultate posizioni irregolari sotto il profilo della durata dei turni di lavoro, che eccederebbe le 40 ore settimanali contrattualmente previste.
In quattro aziende agricole è stato constatato che nei capannoni adibiti al confezionamento delle merci destinate alla vendita erano presenti telecamere atte a sorvegliare l’operato dei dipendenti, pertanto i titolari sono stati deferiti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa per violazione dell’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori che, appunto, vieta l’adozione di tali sistemi di controllo dei dipendenti.
Sono complessivamente 11 i lavoratori occupati in nero e, in particolare, per una azienda agricola è stata disposta la sospensione dell’attività imprenditoriale per avere occupato in nero oltre il 20% del personale in forza.
Inoltre, i titolari di tre delle aziende ispezionate, sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria in stato di libertà per violazioni alle norme sulla sicurezza, contemplate dal D.Lgs 81/08. In due casi, i dipendenti non sono stati sottoposti a visita medica e non hanno ricevuto i dispositivi individuali di protezione (scarpe antinfortunistiche, guanti e mascherine protettive); nel terzo caso, i dipendenti utilizzavano macchine e strumenti agricoli non conformi alle norme del citato Testo Unico sulla Sicurezza.
Le sanzioni amministrative irrogate ammontano a circa 50.000 euro, mentre le ammende comminate ammontano a quasi 10.000 euro.