La candidatura ufficiale alla carica di primo cittadino del commercialista dott. Rosario Cavallo che vede il sostegno di altri tre del gruppo degli “otto consiglieri comunali”, ovvero Franco Arangio, Vincenzo Paternò e di Sara Garofalo, subentrata da poche settimane e Giovanni Monaco, sono stati in molti a chiedersi il perché della mancata adesione degli altri appartenenti al gruppo. Il riferimento va a Vincenzo Vigna, ,Adriano Giannì, Carmelo Licitra e Salvatore Giummarra. A fare chiarezza ed eliminare dubbi, gli stessi quattro consiglieri attraverso una notta stampa che riceviamo e pubblichiamo:
“Nasciamo con l’obiettivo di aggregare quei cittadini che vogliono dare il proprio contributo, magari mettendosi attivamente a disposizione della comunità, per dare voce e rappresentanza al mondo dell’artigianato, del commercio e dell’agricoltura, del volontariato, della società civile.
Alle anime vere della nostra comunità.
Proveniamo da percorsi diversi, abbiamo anime e storie diverse, ma siamo accomunati dalla volontà di offrire ai Rosolinesi una proposta diversa da quelle propinate negli ultimi anni, che vada oltre un certo modo di intendere e fare politica che ha portato Rosolini ad essere sull’orlo del baratro.
Alle prossime elezioni il nostro gruppo, coerentemente con l’azione politica già intrapresa, certamente non starà a guardare. Ancora non sappiamo in quali modalità, ma sicuramente ci sarà. La possibilità di dar vita ad una lista autonoma è sul tavolo e in queste settimane decideremo come muoverci.
Di certo ci impegneremo attivamente a sostenere la candidatura che riterremo più valida ed utile alla comunità di Rosolini, scelta che faremo con quanti vorranno condividere il progetto che insieme andremo a predisporre.
Appoggeremo il candidato o la candidata che ai nostri occhi sarà più credibile e che mostrerà disponibilità nell’ascoltare e fare propri anche i temi programmatici che proporremo.
Guarderemo alla bontà e alla serietà dei programmi e non al colore o alle tessere di partito.
Lo faremo, come sempre, confermando il nostro impegno e la nostra attenzione per le fasce più deboli, all’artigianato e alle attività commerciali, al volontariato sociale e alla tutela del territorio, l’agricoltura.
Chi metterà nella propria agenda politica anche l’impegno a lavorare insieme su questi temi sarà da noi convintamente sostenuto.
Quando siamo nati abbiamo posto al centro del nostro agire alcuni concetti. Due di questi erano il noi e il bene comune.
Il noi inteso come pluralità di sensibilità e di voci da rappresentare insieme, allargandoci alla società civile e a quanti avessero voluto impegnarsi al nostro fianco attivamente; il bene comune come stella polare cui puntare la nostra azione politica e di cittadini.
Concetti che in questi anni erano stati superati dall’io e da una concezione di bene lontano dal bene comune, dalla cura e dal rispetto per la comunità e i cittadini”.