In un pomeriggio aveva portato a casa più di mille euro. Di lui non si sapeva molto; le vittime riferivano solamente che era scappato a piedi e che indossava una tuta scura. Tre gli episodi di scippo in poche ore che, purtroppo, mandavano all’ospedale due anziani coniugi augustani, tuttora ricoverati presso l’ospedale di Augusta per le ferite riportate. E la motivazione lascia ancora più sbigottiti poiché l’autore dei reati, tale Zanti Domenico cl. 79, pregiudicato augustano è assiduo assuntore di sostanze stupefacenti ed essendo nullafacente ha giustificato ai Carabinieri di Augusta i suoi comportamenti per la necessità di soddisfare le sue esigenze legate al mondo della droga. Nella sera del 31 marzo 2018, dopo 48 ore di serrate ricerche dovuta alla sua irreperibilità, i Carabinieri dell’aliquota radiomobile della Compagnia di Augusta a conclusione di breve ma intensa attività info-investigativa, dopo averlo rintracciavano presso l’abitazione dei genitori lo sottoponevano a fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa, pienamente concordante con le tesi investigative degli investigatori, ritenendolo responsabile dei tre episodi di scippi avvenuti il giorno precedente, tanto che ieri il provvedimento è stato convalidato dall’A.G. procedente. La schiacciante attività investigativa è stata intensa e particolareggiata iniziata con l’acquisizione di notizie confidenziali e di sommarie informazioni da parte delle vittime e dei passanti che avevano assistito all’evento, continuata con la visione di tutte le immagini di videosorveglianza della zona, proseguita, grazie all’approfondita conoscenza del territorio dei Carabinieri, con il riconoscimento dell’arrestato e culminata con la ricerca, il rintraccio e la perquisizione domiciliare presso l’abitazione del noto pregiudicato che ha permesso di rinvenire gli abiti utilizzati il giorno dei furti. La spregiudicatezza di Zanti Domenico ha avuto fine quindi nella giornata di ieri, allorquando i militari della Compagnia Carabinieri di Augusta con impareggiabile impegno e una precisa collezione di elementi di prova, coordinati dalla Procura della Repubblica di Siracusa, lo associavano presso il Carcere di Cavadonna.