L’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA
Premesso che:
l’albero del carrubo è parte integrante del territorio siciliano, infatti sin dai tempi remoti ha influenzato la vita quotidiana e ha lasciato tracce indelebili nella storia del nostro territorio:è stato utilizzato come semplice foraggio, a basso costo, per gli animali da soma, nei dolci, e nei preparati alimentari che si facevano e, ancora si fanno, con le silique e negli infusi che i nostri antenati utilizzavano per curare malattie di ogni genere.
Gli esperimenti effettuati sul carrubo e sui prodotti da esso derivati hanno evidenziato le alte potenzialità di questo prodotto. Da ciò deriva l’interesse che recentemente si è risvegliato attorno al carrubo che è stato rivalutato sia in termini economici che in termini di arboricoltura, infatti, la coltura di questo prezioso albero al giorno d’oggi è praticata con più criterio.
Le silique del carrubo sono utilizzate nell’industria farmaceutica come componenti degli antibiotici e ancora più in generale la carruba e i suoi semi sono utilizzati in svariati campi: dall’alimentare, già citato, alla farmacosmesi; dal campo zootecnico a quello medico-sanitario e ciò dimostra quante sostanze importanti siano presenti dentro una singola carruba.
Il carrubo è la nostra realtà territoriale e come tale va protetto e tutelato.
Ricordato che:
il carrubo è una pianta conosciuta da tempi remoti e si può ipotizzare che fin dalle origini sia stato un albero tipico della macchia mediterranea, ma non è possibile stabilire con esattezza il suo luogo di origine. Alcuni studiosi lo ritengono originario dell’Asia Minore o della Siria, altri ne pongono le origini in Egitto; altri ancora lo credono originario della Sicilia. Per altri il carrubo esisteva come albero spontaneo nelle terre del bacino orientale del Mediterraneo, ma la sua coltivazione ebbe inizio soltanto nei tempi storici: i Greci la estesero in Sicilia, ma gli Arabi ne intensificarono la coltivazione e la propagarono fino al Marocco e alla Spagna. Per altri ancora la diffusione del carrubo in Sicilia fu dovuta ai Fenici, che della Sicilia furono i colonizzatori più antichi. I Fenici avrebbero trovato nelle carrube quasi un sostitutivo dei datteri. Essi tenevano vivo il culto degli alberi, che soffrono la siccità estiva e conservano nel sottosuolo riserve persistenti di umidità. Verso la fine del Medioevo il carrubo era coltivato in tutte le terre del Mediterraneo compatibili con la sua coltura, il suo Frutto, noto a tutte le popolazioni cristiane d’Europa, era già utilizzato, per la preparazione di prodotti medicinali e di dolci. Nella seconda metà del settecento interessanti notizie vengono fornite sulla coltura del carrubo tra le zone di maggiore produzione: i territori di Modica, Ragusa, Comiso, Scicli, Noto e Avola. A quel tempo la produzione siciliana era valutata in 60 mila ”cantari” l’anno, dei quali 40 mila venivano esportati attraverso i porti di Augusta, Siracusa, Noto e Scoglitti; le carrube non esportate erano utilizzate come alimento per il bestiame e per la povera gente, oltre che per usi medicinali. Oggi Rosolini risulta essere fra i comuni siciliani il maggiore produttore del carrubo, inoltre vanta la presenza delle piante di carrubo più antiche di tutto il mediterraneo e verosimilmente di tutto il mondo.
Sottolineato che:
col passare dei secoli il carrubo non invecchia, diventa più robusto, gigantesco, più chiomato, più possente e fruttificante. Il carrubo si adatta a terreni di varia natura, preferisce quelli calcarei di media consistenza o sciolti, quindi permeabili. Vive bene nei terreni acidi e rocciosi, ma a condizione che la roccia sia fratturata, se il terreno è poco profondo, la pianta cresce stentatamente e rimane rachitica dando prodotto scarso e di pessima qualità. La Sicilia è la regione italiana dove si ha la maggiore produzione di carrube. Le principali province siciliane sono: Ragusa, Siracusa, Agrigento, Caltanissetta, Catania e Palermo. Il carrubo per quanto robusto risente di alcune avversità che possono colpire l’albero e il frutto. L’albero ha una buona resistenza alle alte temperature, ma come tutte le piante sempreverdi si dimostra particolarmente sensibile al freddo. Il vento può danneggiare le piante adulte provocano la rottura di rami.
Evidenziato che:
le popolazioni della Sicilia Orientale, del sud e del centro dell’Isola un tempo preparavano e ancora oggi preparano mostaccioli, biscotti, pasta, dolci, mostarda, marmellata di polpa macinata di siliqua di carruba e, con la siliqua torrefatta, in diversi Paesi Europei si ottiene un gustoso surrogato del caffè e del cioccolato. In Turchia, con la polpa, si ricavano liquori eccezionali e nei Paesi Arabi paste, Tamarindo, sorbetti e sciroppo. Nei Paesi del bacino del Mediterraneo molti ammalati di disturbi intestinali o respiratori guariscono grazie ad un infuso di polpa. Le Forze Armate Italiane e Tedesche, durante la II guerra Mondiale usarono un prodotto di polpa di carrube chiamato “Energon” per alimentare muli e cavalli adoperati proficuamente durante le operazioni belliche;
le società industriali farmaceutiche “Nestlé” ha messo in commercio un preparato per curare i mali dispeptici chiamato “Argon” costituito essenzialmente di farina di siliqua di carrube. Lo sciroppo ricavato da carrube da donne di case e da ricercatori di Scicli ha il potere di raddoppiare le energie e le facoltà intellettive in scolari e studenti e di raddoppiare nell’uomo la forza di resistenza al lavoro più duro. Tale sciroppo è tuttora usato in medicina in Inghilterra, Francia e Germania. Lo sciroppo a Scicli e nei centri vicini negli anni ’40 veniva usato come “tonico”, come ricostituente per i convalescenti, per i depressi, per i malati affetti da disturbi cardiovascolari, sessuali, colpiti da polmonite, bronchite, tubercolosi, ipostenia e varie altre malattie. Migliaia di persone sono state curate con estratti di carrube, distillati e vini di carrube, e hanno usato miele di carrube per la preparazione di speciali dolci natalizi e pasquali. Le silique di carrubo mature e fresche, lavate e denocciolate, pestate e passate producono un miele speciale. Il miele di silique di carrube, pulito, costituisce, un alimento d’alto valore nutritivo, ed ha delle proprietà curative e sanative nelle ferite infette.
Considerato che:
l’industria alimentare utilizza il carrubo per dolci e gelati, infatti la farina di carrube impiegata in dosi dello 0,1-0,3% conferisce ai gelati artigianali una struttura uniforme e vellutata, evitando la formazione di grossi cristalli di ghiaccio. Non altera le proprietà organolettiche e la fusione del gelato risulta lenta e cremosa. Un altro sotto – prodotto della farina è il ”Carcao”, un prodotto dolciario succedaneo del cacao. Si amalgama meglio con gli altri ingredienti alimentari, grazie al basso contenuto di grassi. Lo sciroppo di carrube è un sostitutivo dello zucchero nella preparazione di dolci, gelati, vini liquorosi, vini particolari ecc…;
in tutti i prodotti emulsionanti, la farina di semi carrube ha ottime proprietà stabilizzanti ed addensanti;
anche in alcuni tipi di dessert, a base di yogurt, la farina ha non solo un’azione addensante, ma anche stabilizzante in quanto evita la separazione del siero dal prodotto finito;
la farina di semi di carruba per le sue spiccate proprietà leganti e stabilizzanti nelle emulsioni viene utilizzata nella produzione di insaccati (salsicce, würstel, ecc). Infatti l’aggiunta della farina permette di ottenere una pasta più omogenea, più stabile e più morbida;
la farina di carrube è un alimento la cui utilizzazione zootecnica si va sempre più diffondendo, per alcune caratteristiche che la contraddistinguono, specie per l’elevata appetibilità e per le proprietà dietetiche. In particolar modo nell’alimentazione dei suini si è riscontrato un aumento del peso utilizzando miscele alimentari a base di farina di carrube. Caratteristiche riscontrate in tutti gli animali alimentati principalmente con silique di carrube che contengono sostanze zuccherine ed azotate in abbondanza. Gli esperimenti effettuati dal 1937 in poi hanno dimostrato quanto sia positiva un’alimentazione costante a base di silique di carrubo in quasi tutti gli animali;
Rilevato che:
il carrubo viene utilizzato dall’industria farmaceutica, infatti pochi grammi di sciroppo di carrube diluito in acqua o vino hanno proprietà curative nelle affezioni polmonari e bronchiali, nei disturbi gastrici, nelle affezioni tumorali ed hanno proprietà ricostituenti nell’organismo e nel sistema nervoso umano ed animale. Le famiglie agricole delle province di Agrigento, Ragusa e Siracusa potevano preparare con la polpa delle carrube, una bevanda simile a the. Lo stesso liquido veniva bevuto in inverno per curare il raffreddore, l’influenza e la tosse.
Una moderna branca della fitoterapia è da considerare la fitocosmesi. La farina ricavata dai carati è molto ricercata per uso cosmetico anche a livello industriale. Questo prodotto eserciterebbe un’ azione idratante, rinfrescante ed emolliente sulle pelli secche e delicate esposte al vento e ai raggi solari.
Ricerche scientifiche hanno evidenziato che i vitelli affetti da tumori alla bocca sono guariti, non mediante intervento chirurgico, ma con la somministrazione di un infuso ottenuto mediante un processo industriale che necessita dei frammenti di legno, corteccia, radici, frutti, rami e foglie di carrubo.
Per tutto quanto sopra in premessa
IMPEGNA
IL GOVERNO DELLA REGIONE
a intervenire a tutela e a salvaguardia della piantagione del carrubo.
Palermo, 22 Febbraio 2011
On.le Giuseppe Gennuso