Altre 3 ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dai Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “Proelio” con cui, nel mese di giugno 2017, avevano sgominato un’associazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti e a furti di bestiame tra la Calabria e la Sicilia, arrestando n.19 soggetti, siciliani e calabresi.
I provvedimenti odierni sono stati emessi dal Tribunale del Riesame di Catania che, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ha stabilito che gli indagati dovranno rispondere anche del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, per aver fatto parte del clan di “Cosa Nostra” operante a Vittoria e Comiso.
I soggetti colpiti dalla nuova ordinanza di custodia cautelare sono:
– BATTAGLIA Carmelo cl.76 detenuto a Siracusa poiché già arrestato nella prima fase dell’operazione;
– FRAGAPANE Francesco cl.80, detenuto a Tolmezzo (UD), anch’egli già arrestato nella prima fase dell’operazione e recentemente coinvolto in un’altra operazione antimafia del Comando Provinciale Carabinieri di Agrigento,
– MODICA Salvatore cl.70, non arrestato nella prima fase dell’operazione e ora sottoposto al regime degli arresti domiciliari.
In particolare BATTAGLIA Carmelo, oltre che dei numerosi reati per i quali era già stato arrestato, ora dovrà rispondere anche del reato di associazione mafiosa, mentre FRAGAPANE Francesco e MODICA Salvatore dovranno rispondere del reato di traffico di stupefacenti. Tali reati, nella prima ordinanza di custodia cautelare eseguita dai Carabinieri, erano stati esclusi dalle accuse a loro contestate, ma contro tale decisione la Procura della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Catania aveva presentato ricorso presso il Tribunale del Riesame, che accoglieva tale ricorso emettendo un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare anche per tali reati, che ora è divenuta esecutiva a seguito dell’ultima decisione della Corte Suprema di Cassazione.
Si conferma in tal modo la validità dell’impianto accusatorio ricostruito dalla D.D.A. di Catania e dai Carabinieri, che hanno dimostrato l’esistenza, tra Vittoria e Comiso, di un clan di “Cosa Nostra” con consolidati legami sia con gli altri clan della medesima organizzazione criminale della provincia di Agrigento e sia con le ‘ndrine calabresi operanti nella piana Gioia Tauro.