La Corte d’assise d’appello di Catania ha confermato la condanna a sei anni e due mesi di reclusione di Carmelo Basile accusato di avere ucciso a Rosolini con cinque colpi di pistola, il 25 gennaio del 2006, il cognato Salvatore Cottonaro.
La sentenza di primo grado era stata emessa il 18 gennaio del 2016 dal Gup di Siracusa, Giuseppe Tripi che, a conclusione del processo col rito abbreviato, lo ha riconosciuto colpevole di omicidio volontario, concedendo le attenuanti generiche e la provocazione. La difesa aveva chiesto l’assoluzione per avere agito in stato di legittima difesa. Carmelo Basile, accusato di eccesso di legittima difesa, era stato assolto dal Tribunale di Avola. La sentenza era stata impugnata dalla Procura generale di Catania e la terza Corte d’appello etnea, il 5 aprile 2013, ha annullato la decisione del Tribunale di Avola e riqualificato l’accusa in omicidio volontario. Gli atti sono stati trasferiti a Siracusa dove è stato istruito il processo di primo grado, conclusosi con la condanna confermata a Catania, in sede di appello. L’avvocato di Basile, Giovanni Giuca, fa sapere che ricorrerà in Cassazione perchè “convinto che ci siano tutti i presupposti per la legittima difesa. È bene precisare comunque – ha dichiarato l’avvocato Giuca – che Basile non andrà in carcere anche se dovesse essere confermata la condanna a 6 anni e 2 mesi: innanzitutto ha già scontato un anno ai domiciliari, e poi rientra nell’indulto del 2006; in questo modo – spiega Giovanni Giuca – rimarrebbero solo due anni e due mesi di pena residua che potrebbero essere scontati in affidamento in prova ai servizi sociali”.