Siracusa, 30 agosto 2017: Occorre rafforzare immediatamente le agevolazioni ai cittadini sul miglioramento sismico degli edifici in cui abitano. Lo dichiara l’On. Vincenzo Vinciullo, Presidente della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’ARS, già Assessore alla Protezione Civile del Comune di Siracusa negli anni della ricostruzione post sisma del 1990. Il SismaBonus, rappresenta sicuramente un cambiamento epocale per i cittadini italiani, una presa di coscienza ufficiale del problema terremoto a cui gran parte del nostro Paese è esposto.Come è noto, il Sismabonus consente la detrazione per i privati fino al’85% del costo di intervento del miglioramento sismico del proprio edificio, con il limite massimo di 96mila euro in 5 anni.Entrando nel dettaglio, ha proseguito l’On Vinciullo, le linee guida delle Agenzie delle Entrate incentivano e spronano parzialmente alla messa in sicurezza degli edifici, poiché una recente determinazione della Agenzia delle Entrate dell’Emilia Romagna stabilisce la non detraibilità dei costi sostenuti se l’intervento effettuato consiste nella demolizione e ricostruzione.Ma l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia Romagna non convince, in quanto vi è un’anomalia ai limiti della beffa: la demolizione e ricostruzione, utilizzando le ultime tecnologie costruttive, laddove i regolamenti urbanistici lo consentano e fermo restando il tetto di 96 mila euro, deve essere il vero obiettivo della legge, la quale legge dovrebbe vedere l’intervento di consolidamento solo come ripiego e solo come soluzione ultima.A questo, si aggiunge il fatto che, molto spesso, come ho avuto modo di riscontrare con ingegneri, tecnici e costruttori, il consolidamento dell’edifico esistente è di gran lunga più costoso della demolizione e ricostruzione e, laddove non lo è, sicuramente non permette la vera messa in sicurezza che la demolizione e ricostruzione consentirebbe.La recente manovrina DL 50/2017 sembra ravvedersi su questa problematica, facendo rientrare fra gli interventi agevolabili l’acquisto da imprese di costruzione di edifici precedentemente demoliti e ricostruiti, anche con un aumento della volumetria, ma solo per le zone a rischio simico 1, quindi per la Sicilia solo alcuni comuni della provincia di Messina e Trapani.Pertanto, ha concluso l’On. Vinciullo, è opportuno intervenire modificando la norma e l’interpretazione dell’agenzia delle entrate dell’Emilia Romagna e il tutto potrà avvenire nella prossima manovra finanziaria, prevedendo la possibilità che rientrino fra gli interventi di messa in sicurezza la demolizione e ricostruzione anche per i territori in zona sismica 2, quindi per l’intera provincia di Siracusa, che mi onoro di rappresentare e che risulta esposta alla probabilità di verificarsi di forti terremoti distruttivi.