Numero verde antibullismi e antidroga, il viceministro dell’Interno Bubbico ha risposto ad una interrogazione in merito presentata nel dicembre 2016 dalla deputata Lorefice.
«Il Ministero dell’Interno ha sospeso il numero verde anti bullismo e antidroga nelle scuole italiane. Con un’interrogazione a mia prima firma, presentata a dicembre 2016 – afferma la parlamentare del M5S Marialucia Lorefice -, chiedevamo spiegazioni in merito al numero verde che nel 2014 il Ministero dell’Interno aveva attivato per contrastare il bullismo e la droga nelle scuole italiane, appunto. Un numero che nei piani del ministero avrebbe consentito, attraverso un sistema di smistamento, il coordinamento delle prefetture e il coinvolgimento dei commissariati e dei comandi territoriali dei carabinieri così da permettere interventi tempestivi. Ci era sembrata un’iniziativa lodevole a supporto di ragazzi e famiglie. Tuttavia, da alcune segnalazioni ricevute era emerso che non solo a quel numero dal settembre 2016 non rispondeva più nessuno ma che l’eventuale costo di un messaggio inviato veniva addebitato all’utente. Il servizio era stato disattivato ma non lo sapeva nessuno.
Con l’interrogazione abbiamo chiesto il perché della disattivazione del numero verde antibullismo al ministero e a quanto ammontasse la spesa preventivata per l’erogazione del servizio. Ovviamente, abbiamo anche chiesto quali fossero le iniziative poste in essere per prevenire e contrastare bullismo, cyberbullismo e uso di droghe da parte dei nostri giovani.
Il viceministro Bubbico, finalmente, ci ha risposto. Ha detto che il servizio è costato 30 mila 420 euro annui più iva e che è stato sospeso perché non ha dato i risultati sperati. Per un progetto andato a monte un altro però sarebbe in cantiere. Dovrebbe essere un servizio che attraverso cellulare o tablet crei una rete attorno ai giovani e alle famiglie consentendo di comunicare alla questura eventuali casi di spaccio di stupefacenti o episodi di bullismo. Anche questo sembra un progetto interessante. A parole. Aspettiamo i fatti.
A questo punto è giusto rendere noto che non si devono mandare messaggi a quel numero verde perché non è più attivo. L’avrebbe dovuto fare il Governo, lo facciamo noi. Il Ministero adesso però deve impegnarsi in maniera seria e puntuale, non si può sospendere un servizio così, su due piedi, quando la gente iniziava a conoscerlo. Servono campagne informative e risorse, da utilizzare al meglio, per far conoscere problematiche come la droga, il bullismo e il cyberbullismo, per far conoscere i progetti dedicati alle segnalazioni e al contrasto, per proteggere i nostri figli e le famiglie.»