«Non si fa un solo passo avanti, anzi si retrocede. Davvero la nostra città merita questo, o sarebbe più corretto andare a casa e lasciare spazio ad altri?» È quanto si chiedono gli otto consiglieri dell’ex maggioranza, Carmelo Licitra, Salvo Giummarra, Saro Cavallo, Franco Arangio, Vincenzo Paternò, Enzo Vigna, Adriano Giannì e Giovanni Monaco. «Abbiamo approvato un bilancio preventivo nel 2016 – ricordano i consiglieri – apportando delle rettifiche; vorremmo capire cosa né è stato o cosa è stato fatto per realizzare le opere; non si sa nulla né dell’ascensore all’interno di Palazzo di Città né di quello in Via Tobruk, né per quanto riguarda la videosorveglianza».
I consiglieri parlano anche della vicenda del bilancio di previsione 2017: «prima in modo quasi pretenzioso si presenta una bozza di delibera. Poi, con ancora più presunzione e arroganza si effettuano degli incontri dopo il parere negativo del Collegio dei revisori dei conti e si pretende che la bozza del bilancio venga approvata, ma dopo le picche ottenute dalla gran parte delle forze politiche, anche di maggioranza, si ritira un bilancio quanto mai impresentabile. Poi si parla del famoso piano di riequilibrio, unica salvezza per le casse dell’ente, avanzato da noi e condiviso da molti; in realtà non esiste nessuna traccia di questo piano, ma si va in giro dicendo che si sta procedendo, quando invece nessun atto è stato presentato al consiglio comunale. Cari cittadini – spiegano ancora gli otto consiglieri -, si procede al piano di riequilibro solo dopo che il consiglio, con una delibera, dà il via libera ed entro 90 giorni si deve abbozzare il piano. Menzogne sopra menzogne». I consiglieri colgono l’occasione per parlare anche della situazione politica in città, parlando di “comiche estive”: «si leggono articoli dove si garantiscono appoggi esterni – spiegano infatti – ma nel frattempo l’assessore resta al suo posto, si assiste alle dimissioni di un assessore e non si capisce se si parla di avvicendamento o di crisi politica, si cambiano fornitori per ripicche. Vorremmo capire, Signor Sindaco e gentile amministrazione, se davvero la città merita ancora questo scempio – concludono – o sarebbe più corretto andare a casa e dare spazio ad altri».
Giovanna Alecci