I deputati Cinquestelle all’Ars e l’eurodeputato Ignazio Corrao: “Le politiche in tema di rifiuti del Presidente dovrebbero esse stesse interessare le Procure. Licenziò pure Marino”.
Palermo 15 marzo 2017 – “Le politiche in tema di rifiuti del presidente Crocetta, sono a dir poco patetiche e dovrebbero esse stesse, divenire atto di interesse da parte delle Procure. Facciamo un po’ di ordine: Quando l’assessore Marino diede alle procure le relazioni sulle procedure autorizzative nelle discariche siciliane, l’unico feedback che ebbe dal presidente Crocetta fu quello di essere malamente defenestrato”. A dichiararlo sono i portavoce del Movimento 5 Stelle dal gruppo Ars e dal parlamento Europeo in merito all’operazione Piramide che svela l’intreccio tra mafia, rifiuti e funzionari regionali. “Nessuna delle persone che facevano parte dell’unità operativa di Gianfranco Cannova – sottolinea Angela Foti – e gli atti da essi approvati, sono stati messi sotto la lente di ingrandimento. Il governo non ha colto l’opportunità per avviare i giusti approfondimenti limitandosi a delle rotazioni. Fumo negli occhi. Altri funzionari meritevoli invece, sono stati puniti: tra questi Ino Genchi, che avendo dato il diniego alle autorizzazioni per gli inceneritori, fu oggetto di mobbing sia da parte del governo Lombardo che da quello di Crocetta che, nonostante sia a conoscenza degli abusi perpetrati, ad oggi non ha mai riconosciuto il valore dell’eroico funzionario e predisposto il ritiro della delibera che sanciva una valutazione negativa delle sue competenze. A proposito dell’influenza della mafia nella gestione dei rifiuti, il presidente Crocetta anziché cadere dal pero, farebbe bene a leggere le relazioni delle commissioni sulle ecomafie che contengono informazioni illuminanti per comprendere meglio l’intreccio nato intorno all’affaire rifiuti in Sicilia.
“Crocetta dopo l’ennesima operazione che svergogna i suoi dirigenti – spiega Giampiero Trizzino – anziché fingere di strapparsi le vesti e annunciare licenziamenti, dovrebbe licenziare sé stesso. Le avvisaglie che qualcosa non andava c’erano tutte. Nel 2013 infatti, l’assessorato regionale al territorio e dell’ambiente, nella persona dell’architetto Gianfranco Cannova, decretava un vergognoso giudizio positivo di compatibilità ambientale per una discarica di rifiuti speciali non pericolosi in in contrada Armicci ad appena 750 metri dal lago di Lentini e a pochi metri da terreni agrumicoli. Cannova venne arrestato poco dopo a luglio 2014 con l’accusa di avere intascato tangenti a fronte di favori resi a diversi imprenditori del settore delle discariche in Sicilia. Dove era Crocetta quando gli inquirenti svelavano tale sistema?”.
“Auspichiamo in tempi brevi – spiega Stefano Zito – che gli assessori Croce e Contrafatto, siano convocati a riferire in Commissione Antimafia e in commissione Ambiente per riferire sui fatti accaduti. Inoltre ho chiesto al presidente della commissione ambiente, di verificare quali altri altre autorizzazioni firmate dai funzionari regionali, sono state rilasciate per verificarle di nuovo e per capire quali altre discariche sarebbero state autorizzate da questi soggetti”.
A far scattare i controlli della Commissione Europea è stato invece l’eurodeputato Ignazio Corrao che con due interrogazioni all’esecutivo di Bruxelles, aveva messo nero su bianco le perplessità di cittadini ed ambientalisti sul traffico di rifiuti pericolosi dall’ilva di Taranto alla CISMA. “Augusta e tutto il suo comprensorio – spiega Corrao – continuano a vivere una stagione di agghiacciante sfruttamento industriale palesato anche da un tasso di incidenza tumorale e mortalità che forse non ha pari a livello europeo, il tutto con la tacita connivenza della classe politica a tutti i livelli. È evidente che la contropartita in termini di interessi privati deve essere molto alta. Il presupposto legislativo per un intervento a livello di Esecutivo europeo è anche quello della mancata applicazione di procedure volte agarantire una elevata protezione ambientale e sanitaria. E’ evidente – conclude Corrao – che questo obbligo viene continuamente calpestato ad Augusta”. La risposta della Commissione Europea era che nell’ambito del procedimento d’infrazione in corso, avrebbe chiesto alle autorità italiane di fornire ulteriori chiarimenti per garantire che le spedizioni dei rifiuti dell’ILVA fossero effettuate nel rispetto della pertinente normativa dell’UE.
Marco Benanti