Roma, 21 novembre 2016- “All’inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua causato dai petrolchimici, per i cittadini del territorio siracusano, si aggiunge l’aggravio dei rifiuti speciali dell’Ilva di Taranto. Ho presentato un’interrogazione al governo, per impedire questa scelleratezza e proteggere la salute dei cittadini.” Così la Deputata Maria Marzana per denunciare e fermare il trasferimento di rifiuti industriali pugliesi in Sicilia.
“Per disposizione dello stesso commissario Ilva, Corrado Carruba, – aggiunge Marzana – i rifiuti tossici prodotti dall’acciaieria Ilva di Taranto dovevavo essere trasferiti solo in <<via transitoria>>, eppure a distanza di un anno e mezzo e dopo circa 100 mila tonnellate già scaricare, sono ripresi gli sbarchi al porto di Augusta di navi contenenti tonnellate di polverino prodotto dall’acciaieria pugliese, destinate alla discarica Cisma, tra Melilli e Augusta.
“Non è concepibile inoltre – continua la deputata pentastellata, come emerge dalla risposta ad un’interrogazione precedente al Ministro Galletti – che il Ministero dell’ambiente per classificare la pericolosità di tali rifiuti, si sia affidato alla valutazione del produttore che – ovviamente – li ha classificati come non pericolosi, con buona pace della salute dei cittadini siracusani e della tutela dell’ambiente.”
Nella mia interrogazione chiedo che il Ministro accerti la pericolosità dei rifiuti provenienti dall’Ilva tramite gli organi preposti ISPRA e ARPA; se la discarica Cisma sia predisposta ad accogliere questa tipologia di rifiuto e come intenda risolvere la fase di <<transitorietà>> dal momento in cui i trasferimenti continuano senza sosta.
Inoltre ho chiesto a che punto è lo stato di attuazione del Piano di gestione dei rifiuti approvato nel 2015, la cui realizzazione dovrebbe risolvere definitivamente la questione dei rifiuti dell’acciaieria pugliese, e scongiurare dunque il rischio che i comuni di Augusta, di Priolo e Melilli diventino ancora scenario di duri attacchi alla salute e all’ambiente, specie provenienti da altre regioni.