Un vero e proprio attacco alla democrazia. Così Piazza Civica esordisce sul referendum costituzionale, dopo che il consiglio direttivo, a seguito di un' ampio ed approfondito dibattito, ha deciso all'unanimità il proprio orientamento che vedrà il movimento aderire alle ragioni del comitato per il NO. Nel corso del dibattito sono state sviscerate le molteplici ragioni che sottendono la nostra decisione, tra cui in primis il fatto che la riforma sia stata disposta da un Parlamento designato con una legge elettorale (il Porcellum) dichiarata incostituzionale. Ma non si può certo sottacere che il ridimensionamento del Senato nulla comporterebbe se non risparmi irrisori, circa 40 ml che potremmo risparmiare decurtando il 10% dell'attuale stipendio di parlamentari e senatori. A fronte di ciò con il nuovo Senato vi sarebbero conflitti di interesse tra Stato e Regione e tra Camera e nuovo Senato. Ma soprattutto il Senato non sarebbe più votato dal popolo ma scelto dai Consigli regionali e dal Capo dello Stato, insomma dalla politica, ad emulare quanto accaduto per le province. Il Parlamento sarebbe formato da membri in gran parte non eletti dai cittadini ma sempre dalla casta (i 2/3 dei deputati, col meccanismo dei capolista bloccati). Sempre alla Camera si prevede un abnorme premio di maggioranza al partito più votato. Il premier avrà uno strapotere incontrastato, sarà infatti capo assoluto del governo e del Parlamento. Potrà scegliersi il Presidente della Repubblica, i membri della Consulta, del Csm di nomina parlamentare...insomma un premierato assoluto. Quali le garanzie per il cittadino difronte allo strapotere della politica? Insomma dalla padella alla brace. Ma non basta, questa riforma garantirebbe l'immunità parlamentare a cento fra Sindaci e consiglieri regionali, magari inquisiti, che peraltro svolgendo l'attività anche di Senatori svolgeranno male entrambe i compiti. La riforma non abolisce assolutamente il bicameralismo, anzi continueremo ad avere una Camera ed un Senato che si rimpalleranno le leggi col classico sistema bicamerale; resteranno infatti 22 le materie in regime di bicameralismo paritario, tra cui materie decisive come la legge elettorale e le normative UE... Il Presidente della Repubblica sarà quasi sempre eletto dalla settima votazione in poi, quando il quorum iniziale si abbassa. Saranno dunque sufficienti i 3/5 dei partecipanti al voto. Cioè anche solo 220 elettori su 366; così il rappresentante dell'unità nazionale potrà essere eletto con molto meno della maggioranza assoluta del Parlamento. Ed infine, per presentare una legge di iniziativa popolare, rispetto alle 50 mila firme di oggi, ne occorreranno ben 150 mila. Stesso dicasi per il referendum abrogativo a fronte di un modesto abbassamento del quorum necessario, le firme da raccogliere salgono da 500 mila a 800 mila. Alla luce di tutto ciò ci viene da esclamare: difendiamo la Costituzione dei nostri padri costituenti e con essa i nostri diritti, primo tra tutti la sovranità popolare; difendiamo la Costituzione ed i suoi principi fondanti da questo inaudito ATTACCO alla DEMOCRAZIA! Il Direttivo di Piazza Civica