Sabato 2 ottobre, attorno alle 10:00, gli architetti Stefano Marina ed Anna Alì, entrambi soci di Legambiente Ispica sin dalla sua costituzione, hanno notato nella fascia pre-dunale di S. Maria del Focallo, in corrispondenza del Viale Paradiso, le caratteristiche orme di una tartaruga marina, della specie Caretta caretta.
Trattandosi di animale a rischio di estinzione, edessendo la relativa presenza in quell’area del tutto sconosciuta alle Autorità, i due coniugi non ci hanno pensato due volte e, con estrema delicatezza, si sono messi a scavare. Hanno così aiutato ad emergere dalla sabbia una tartarughina, subito liberata in mare, dopo di che hanno avvisato il Presidente del Circolo “Sikelion”, il quale ha a sua volta messo in moto la macchina del volontariato ambientale.
Così, nel primo pomeriggio, alcuni membri delle associazioni “Pro Natura” (Catania) e “Mal di mare” (Pozzallo), sotto la supervisione del biologo marino Antonio Barlotta, si sono recati sul luogo e, avvertito il responsabile della Ripartizione faunistico-venatoria di Ragusa, hanno continuato lo scavo. Sono state così rinvenute tre tartarughe appena nate, oltre ad un totale di 117 uova (112 schiuse e 4 non fecondate, più un embrione morto da circa dieci giorni).
La progressiva scomparsa delle tartarughe marine dal Mediterraneo, ed in particolare dalle acque italiane, è un fenomeno assai preoccupante, ascrivibile per lo più all’ingestione di corpi estranei come ami, lenze, pezzi di polistirolo e, soprattutto, sacchetti in plastica, che questi animali tendono a scambiare per il loro cibo preferito (le meduse), rimanendone soffocati. Non è difficile comprendere, allora, perché le Caretta carettasiano protette da un’importante convenzione internazionale, nota come C.I.T.E.S. (Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione), sottoscritta a Washington nel 1973, oltre adue regolamenti dell’Unione europea, l’ultimo dei quali emanato nel 2006.
Malgrado gli sforzi dei Governi di mezzo mondo, tuttavia, il futuro di questo affascinante rettile è, per gli scienziati, quanto mai incerto ed ogni piccolo gesto volto alla sua preservazione può rivelarsi prezioso.
La scorsa estate, ad esempio, Istituzioni e privati cittadini si sono presi cura dei nidi rinvenuti lungo le coste di Ispica e Pozzallo, ed ancora in questi giorni i volontari di“Pro Natura” si stanno occupando di un altro nido, nei pressi del bosco di Dunagrande (meglio noto come “Maccone bianco”).
«Assistere al ritrovamento di queste piccole tartarughe, così indifese ma anche così desiderose di vivere, è stato per tutti noi un’esperienza unica», racconta il dott. Gaetano Donzella, presidente di Sikelion. «A nome mio personale e di tutto il Circolo – ha continuato – desidero esprimere massima gratitudine al nostro concittadino Enzo Figura ed a tutti glialtri soci di “Pro Natura”, per l’impegno e la professionalità dimostrate. Allo stesso modo desidero manifestare il mio più sincero apprezzamento ai due soci del nostro Circolo i quali, con la loro sensibilità ed il loro senso civico, hanno dimostrato ancora una volta, posto che ce ne fosse bisogno, che l’ambientalismo autentico non può limitarsi ad azioni di protesta o di sensibilizzazione, ma deve tradursi in gesti concreti, scolpiti nel nostro vivere quotidiano».
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dott. Ignazio Spadaro
Resp. Stampa e comunicazione
(tessera n. 128121)