Nella tarda serata di ieri 20 settembre u.s., i Carabinieri della Compagnia di Augusta hanno dato esecuzione a nr. 2 Ordinanze di Custodia Cautelare in carcere emesse dal Dottor Giuseppe Tripi, G.I.P. presso il Tribunale di Siracusa, su richiesta del Dottor Vincenzo Nitti della locale Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa hanno concordato con le risultanze delle indagini della dipendente Stazione Carabinieri di Francofonte e della Compagnia di Augusta, condotte dal novembre 2014 a novembre 2015,sull’efferato omicidio, compiuto il 2 Novembre 2014, ai danni di Barbaro Antonino, 67enne pensionato di Francofonte.
A causare il decesso della vittima, rinvenuta in un vigneto sito in località Squarcia nella mattina del 3 novembre 2014 a Francofonte, una serie di innumerevoli ferite provocate con un’arma da taglio inferte con chiara volontà omicida.
Le indagini immediatamente avviate dai militari della Compagnia di Augusta e condotte con lo stretto coordinamento del Procuratore Capo Paolo Francesco Giordano, hanno permesso di raccogliere in dodici mesi di un’articolata e complessa attività,numerosi indizi di reità, gravi, precisi e concordanti, a carico dei due fratelli, GIACCOTTO Antonino 45enne e GIACCOTTO Gaincarlo 33ennediMelilli, pescatori, incensurati.
La minuziosa attività d’indagine ha permesso di ricostruire fatti e movente del tragico episodio scaturito da un banale ritardo di pagamento. La vittima, infatti, dimorava assieme alla propria compagna a Francofonte in un’abitazione di proprietà dei fratelli Giaccotto ai quali corrispondeva un canone mensile di locazione pari 150,00 euro. A seguito di sopravvenute difficoltà economiche il pensionato non aveva corrisposto il pagamento del canone di qualche mensilità ai proprietari di casa che, già da tempo, ne pretendevano il pagamento. Il 2 novembre 2014, quindi, intorno alle ore 10:20, Antonino e Giancarlo Giaccotto, avrebbero raggiunto il Barbaro nella campagna dove l’uomo era intento a raccogliere l’uva, e presumibilmente non riuscendo ad ottenere il pagamento del debito di 700 euro, lo aggredivano accoltellandolo 27 volteche hanno attinto diverse parti del corpo, alcune delle quali vitali (tra cui giugulare, rene sinistro, polmoni e milza).
Entrambi i fratelli sono ritenuti responsabili di omicidio aggravato dall’aver agito per futili motivi e con crudeltà, consistita nell’aver inferto 27 coltellate approfittando di circostanze di tempo, di luogo e di persona non in grado di difendersi.