Salgono a 112 gli scafisti fermati nel 2016 (21 minori); nel 2015 sono stati 147.
La Polizia di Stato ha trasferito immediatamente dopo il fotosegnalamento 350 migranti.
Nel 2016 all’Hot Spot di Pozzallo hanno già fatto ingresso 11.469 migranti in occasione di 30 sbarchi.
La Polizia a seguito di questo nuovo sbarco, ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di: ZALALOUDIN Salahodin, nato in Bangladesh il 01.01.1989; DIOUF Aplay, nato in Gambia il 01.01.1998; HASSANE Bah, nato in Guinea il 24.03.1996; SALL Mammadou, nato in Senegal il 01.01.1996.
Sono loro secondo i testimoni coloro che hanno condotto i 3 gommoni salpati dalle spiagge libiche.
I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.
MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE
Alle ore 07:55 del giorno 01.08.2016, MARICOGECAP informava il pattugliatore della Guardia Costiera CP904 “Michele Fiorillo” della presenza di un gommone carico di migranti, a circa 20 miglia nautiche dalle coste libiche (acque internazionali), sulla quale stava già operando la nave della Ong “SEA EYE”. Alle successive ore 08:05 il pattugliatore “Fiorillo” intercettava la nave “SEA EYE”, con sottobordo due gommoni alla deriva, distanti tra loro circa 1 miglio nautico, carichi di migranti ai quali la nave “SEA EYE” aveva già fornito i giubbotti di salvataggio. Uno dei due gommoni veniva tratto in salvo da altra unità navale che operava nel medesimo spazio (nave della Marina Militare Italiana “CIGALA FULGOSI”), mentre il secondo gommone, per il quale era stato dichiarato evento SAR, veniva tratto in salvo dal pattugliatore “Fiorillo”. Alle successive ore 9:00 aveva inizio il trasbordo dei complessivi 110 migranti, che si concludeva alle successive ore 9:15. Il pattugliatore faceva quindi rotta verso il porto di Pozzallo, procedendo nel frattempo al trasbordo di ulteriori migranti tratti in salvo da un’altra unità navale (nave “IUVENCA”), dove giungeva alle ore 9:00 circa del 02.08.2016.
Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti venivano trasferiti presso il locale Hotspot per le operazioni di pre-identificazione.
ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
Il lavoro degli agenti della Polizia è sempre molto difficile in quanto bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia Giudiziaria ed ovviamente l’assistenza ai migranti appena sbarcati che resta prioritaria.
Il Funzionario dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dall’Hot Spot ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti.
Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni.
Alle procedure hanno partecipato 30 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana, Esercito Italiano ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.
Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza.
La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. Si sta procedendo al fotosegnalamento dei migranti sbarcati ed al loro trasferimento ad operazioni ultimate, da parte degli uomini della Polizia di Stato che lavorano senza sosta.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota dei Carabinieri e della Guardia di Finanza poco dopo aver concluso le indagini su un altro sbarco avvenuto il giorno due giorni fa, hanno dato inizio alla ricerca di ulteriori scafisti.
Dopo breve tempo, nonostante sulle navi soccorritrici i migranti fossero stati mischiati tra loro, gli investigatori hanno trovato dei testimoni propensi a parlare con la Polizia.
Le fasi più delicate rimangono sempre le stesse, l’individuazione dei testimoni e subito dopo la raccolta delle loro informazioni.
Dopo 16 ore di ininterrotto lavoro, la Polizia ha individuato gli scafisti. Su due gommoni vi era solo un uomo responsabile di aver condotto il gommone e tenuto la rotta, su un terzo gommone oltre al timoniere vi era il c.d. uomo bussola, ovvero colui che coadiuvava il timoniere per tenere la rotta.
Durante le prime fasi di sbarco il personale sanitario informava la Polizia che un uomo era ferito da colpi d’arma da fuoco, quindi immediate le indagini anche per comprendere l’esatta dinamica di quanto accaduto.
Effettivamente, dopo pochi minuti di conversazione e da un’analisi medico legale, le ferite erano riconducibili non alle fasi di imbarco sui gommoni ma a fatti datati. L’uomo ha narrato di avere avuto una lite in Libia due settimane prima e per questo era stato attinto da colpi d’arma da fuoco alla coscia.
Per i fatti accaduti in Libia e non connessi ai fenomeni migratori e quindi agli scafisti, la Stato Italiano non ha competenza, pertanto il giovane veniva condotto in ospedale, curato e dimesso dopo poche ore.
Gli scafisti fermati sono stati fotosegnalati dalla Polizia Scientifica in quanto autori del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per poi essere condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea.
LA CATTURA
Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.
BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA
Nel 2016 sono 112 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 150 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.
IL DIRIGENTE LA SQUADRA MOBILE
Commissario Capo della Polizia di Stato
Dott. Antonino Ciavola