Una folla immensa, una intera comunità rimasta sconvolta da una simile tragedia, si è stretta in un abbraccio fraterno attorno a mamma Samanda, papà Giuseppe e ai tre fratelli Martina, Chiara e Luca per dare l’ultimo saluto a Vanni Di Mauro, il piccolo rosolinese di otto anni tragicamente decedutoa seguito dell’incidente di domenica pomeriggio dalla corsa folle di un calesse lungo la provinciale “Timparossa – Cozzo Cisterna”.
La cerimonia funebre concelebrata da tutti i sacerdoti della città, don Bruno Carbone e don Stefano Trombatore, don Manlio Savarino, don Alessandro Spadola e don Sebastiano Sessa, si è svolta in una Chiesa Madre strapiena all’inverosimile, adulti e soprattutto tanti i bambini, compagni di scuola e di associazioni varie. Anche il Vescovo della Diocesi di Noto, mons. Antonio Staglianò si è unito al cordoglio dei familiari attraverso un breve messaggio letto da don Bruno Carbone. Nel corso dell’omelia invece don Stefano Trombatore ha avuto parole di affetto e di conforto per gli affranti genitori e per tutti coloro che piangono la tragica ed immatura scomparsa di Vanni.Difficile poter trovare parole di conforto per la famiglia, ha voluto sottolineare, dopo una simile tragedia.Una tragedia difficile da accettare sotto l’aspetto umano ma, che va vissuta sotto l’ottica delle fede cristiana.
“Ci troviamo-ha detto l’altro don Stefano – davanti qualcosa che umanamente sconvolge tutto. Ci domandiamo perché Dio permette la morte di un bambino. Questo interrogativo non ha risposta. In questo momento facciamo molta fatica ad accettare e soprattuto comprendere il progetto di Dio. Ecco allora che la fede ci permette non solo di vedere oltre ma ci dà la forza e la capacità di reagire e dare un senso a quanto successo. Il nostro Padre celeste voleva un sorriso nella sua casa in Paradiso, voleva un nuovo Angelo, un nuovo messaggero d’amore per tutti noi”.
All’uscita della piccola bara bianca dalla chiesa, un lungo e commosso applauso. Poi, nel cielo, decine di palloncini bianchi ad accompagnare questo nuovo Angelo in Paradiso.
Giuseppe Lorefice