Tra di loro uno scafista recidivo; era stato arrestato in Sicilia nel 2014, per poi essere espulso con accompagnamento coatto.
3.500 dollari il costo del viaggio, quasi 800.000 all’organizzazione criminale.
Salgono a 52 gli scafisti fermati nel 2016 (16 minori); nel 2015 sono stati 147.
La Polizia di Stato sta provvedendo al trasferimento dei migranti identificati, presso altri centri della penisola.
Nel 2016 all’Hot Spot di Pozzallo hanno già fatto ingresso 4.459 migranti in occasione di 13 sbarchi ed in questo momento non si registrano criticità dato il non elevato numero degli sbarcati.
Sono 6 gli scafisti individuati dagli investigatori a Pozzallo (RG), uno di loro è minore ed era il motorista, tra questi anche un soggetto recidivo era stato arrestato nel 2014 per poi essere espulso.
Sono stati sottoposti a fermo di Polizia Giudiziaria: ABDILADIL Hasen, nato in Egitto l’01.01.1992, KHADOOR Ahmed, nato in Egitto l’01.11.1994, ABOU HESEN Hasan Saleme, nato in Egitto il 29.05.1991, ABDULATI Mohammed, nato in Egitto il 09.09.1987, AHMED DARWICH Mohamed El Habche, nato in Egitto il 18.02.1968 e A.M nato in Egitto di anni 16.
I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Egitto al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti provenienti da diversi paesi del centro africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo nelle prime ore per essere visitati e identificati, a breve verranno e subito dopo trasferiti in altri centri.
MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE
Alle ore 16:31 del 17.04.2016 nell’ambito dell’operazione Triton 2016 l’unità navale della Guardia Costiera Francese “J.F. DENIAU” riceveva comunicazione da parte di RCC Malta per una chiamata di soccorso in quanto vi era un natante con a bordo un numero imprecisato di migranti in difficoltà.
Alle ore 21.30 successive la J.F. DENIAU intercettava tramite visore notturno, un natante con a bordo più di 200 persone. Alle 22.30 circa iniziavano le operazioni di trasbordo che terminavano alle ore 03.02 del 18/04/2016 con il salvataggio di 214 migranti (106 uomini – 43 donne e 65 minori). Dopo aver effettuato il trasbordo di tutti i migranti, il personale della nave militare francese riprendeva la navigazione e si dirigeva verso il porto di Pozzallo dove giungeva alle ore 19.30 di ieri. I migranti, dopo le operazioni sanitarie di rito, venivano trasferiti presso l’Hotspot per le operazioni di identificazione.
ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
La Polizia di Stato ha permesso un accoglienza rapida dei migranti prima che facesse notte permettendo un sicuro riparo presso l’Hotspot, anche grazie al fatto che i migranti erano pochi rispetto agli altri sbarchi.
Il lavoro degli agenti della Polizia è molto difficile in quanto bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia Giudiziaria ed ovviamente l’assistenza ai migranti appena sbarcati che resta prioritaria.
Il Funzionario dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dall’Hot Spot ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti.
Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni.
Alle procedure hanno partecipato 30 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana, Esercito Italiano ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.
Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza.
La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. In tempi record sono stati identificati quasi tutti i migranti approdati e gli uomini della Polizia di Stato sono ancora a lavoro per ultimare tutte le procedure.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota dei Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini dopo 20 ore dall’arrivo in banchina dei migranti.
Le attività investigative hanno avuto inizio immediatamente e sin da subito si sono registrate delle differenze rispetto agli sbarchi avvenuti nell’ultimo anno.
È stato possibile registrare la diversa località di partenza, ovvero le coste egiziane e non libiche come nel recente passato, così come accadeva negli anni precedenti.
Il modus operandi delle organizzazioni criminali egiziane è diverso rispetto a quelle libiche, difatti si tratta sempre di equipaggi più consistenti, anche e soprattutto in virtù del fatto che gli egiziani effettuano diversi giorni di navigazione prima di essere intercettati dalle navi che pattugliano il mare. Più volte è stato registrato anche un loro tentativo di approdare clandestinamente sul territorio siciliano.
Il personale della Polizia di Stato impegnato nello screening dei migranti deve essere molto attento in questi casi, in quanto gli egiziani provano sempre a farsi identificare come siriani così da poter chiedere lo status di protezione. Tra i migranti sbarcati non sono stati registrati in ingresso siriani, ma solo egiziani (molti minori) ed altri paesi del centro Africa.
Le indagini effettuate attraverso l’ascolto dei passeggeri, hanno permesso di individuare la tipologia di imbarcazione utilizzata, ovvero un peschereccio in legno che trasportava tutti e 214 migranti.
Quando si deve investigare su imbarcazioni con la stiva, a differenza dei gommoni, i migranti provano sempre a dire che durante il viaggio erano sempre stati sotto coperta e quindi di non aver visto nulla rispetto alle responsabilità dell’equipaggio.
Nonostante queste ritrosie, il personale specializzato nel contrasto al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ha individuato un numero testimoni in grado di collaborare con la Polizia, pertanto dopo la loro escussione è stato possibile individuare ben 6 scafisti, uno dei quali minori.
I testimoni in questi casi devono essere molto precisi e descrivere il ruolo di ognuno dei componenti l’equipaggio.
Due erano gli addetti al comando del natante, due coloro che si occupavano della cambusa e due dei motori, uno di questi minorenne.
I ruoli in questo caso non erano definiti in modo tassativo ma anzi, tutti ruotavano tra loro, anche perché il viaggio è durato diversi giorni.
I migranti provenienti da diverse regioni africane, hanno pagato 3.500 dollari cadauno, in virtù del fatto che hanno viaggiato a bordo di pescherecci in legno e non di gommoni così come avviene dalla Libia.
Alle organizzazioni criminali egiziane e quindi anche agli scafisti che ne costituiscono un anello, sono andati quasi 800.000 dollari.
LA CATTURA
Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.
BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA
Nel 2016 sono 52 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 150 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.
IL DIRIGENTE LA SQUADRA MOBILE
Commissario Capo della Polizia di Stato
Dott. Antonino Ciavola