Probabilmente la vicenda illustrata in questo comunicato, che per alcuni versi fa rivivere le opere del celebre Pirandello (Uno Nessuno Centomila o, meglio ancora, il Fù Mattia Pascal) sembrerebbe dettata dalla ricerca, da parte della vittima/colpevole, di una condizione migliore di vita che ha alla base la necessità di protezione ed amore.
Elisa una donna di Vittoria conosciuta a Comiso con questo nome, poi identificata per G.G. dopo accurate indagini svolte dalla Polizia di Stato è stata denunciata per i reati di sostituzione di persona e false attestazioni a pubblico ufficiale.
Questi i fatti dal contorno romanzesco che hanno interessato la Polizia di Stato a Comiso nei giorni scorsi.
E proprio in seguito ad una istanza di ricerca di protezione che una pattuglia della Polizia di Stato verso le ore 22.30 di qualche giorno fa, su richiesta telefonica avanzata da parte di una donna, che successivamente riferiva di chiamarsi Elisa, interveniva per la segnalazione di una auto sospetta che si aggirava da qualche tempo nei pressi della sua abitazione a Comiso.
La donna impaurita insieme al sua attuale compagno chiedeva aiuto alla Polizia, ma al sopraggiungere degli agenti, dell’auto indicata da Elisa non vi era traccia.
Il giorno successivo alle ore 01.15, una altra pattuglia della Questura di Ragusa del Commissariato di P.S. di Comiso interveniva in ufficio dove si era poco prima rifugiata la sedicente Elisa, assieme al suo compagno, poiché a suo dire era stata vittima di atti persecutori da parte di persona a lei sconosciuta.
La donna riferiva che nella serata precedente aveva ricevuto molestie telefoniche da parte di un tale che si era identificato per DGB.
Aggiungeva, inoltre, che lo sconosciuto durante la conversazione l’aveva accusata di averlo abbandonato assieme ai suoi figli e che lei non era Elisa, la donna così come conosciuta anche dalla Polizia, bensì G., sua moglie.
La telefonata terminava con frasi minacciose da parte dell’uomo.
Elisa, continuando ad asserire che quella fosse la sua reale identità, riferiva, che in precedenza DGB a bordo di una Y di colore grigio si era presentato alcune volte nella sua abitazione di Comiso, in compagnia dei suoi presunti due figli, suonando ripetutamente al campanello.
Lo stesso giorno, però, la Polizia riceveva un’altra strana telefonata con una segnalazione ancora più particolare: l’interlocutore presentatosi per DGB, riferiva che sua moglie G.G., con la quale aveva avuto due figli entrambi minorenni, si era allontanata da casa da qualche tempo lasciando con lui anche i ragazzi.
In un primo periodo aveva avuto difficoltà ad avere notizie della donna, della quale ne aveva segnalato l’allontanamento, ma in seguito aveva avuto indicazioni da parte di qualche conoscente che una donna molto somigliante a sua moglie G, era stata vista a Comiso in compagnia di un altro uomo.
L’uomo riferiva, quindi, di aver saputo che la donna si faceva chiamare Elisa e si era trasferita a Comiso, dove aveva iniziato una convivenza con un altro uomo indicandone anche la attuale residenza.
Aggiungeva, ancora, che la G, prima del loro matrimonio, aveva avuto un altro figlio ancora di minore età da una precedente relazione con un uomo di Canicattini Bagni.
A seguito delle informali dichiarazioni che, a questo punto esigevano una verifica, essendo il presunto marito molto prodigo di particolari, la Polizia decideva di compiere accertamenti approfonditi.
Venivano richiesti al Commissariato di P.S. di Vittoria (luogo di ultima dimora) e alla stazione Carabinieri di Canicattini Bagni, la copia dei cartellini delle Carte di Identità di G. G. mediante i quali veniva appurato che la donna era stata denunciata da un altro uomo già per violazione degli obblighi di assistenza familiare nel 2005.
Veniva altresì assodato, che nel 2010 G.G. aveva presentato denuncia nei confronti del secondo marito DGB per violenza privata, lesioni personali e ingiurie.
Ottenuti i cartellini delle Carte di Identità da parte degli uffici sopra menzionati si mostravano agli agenti intervenuti le foto al fine di iniziare a verificare se la segnalazione fosse frutto della fantasia di un uomo o se la donna effettivamente avesse un passato da nascondere e un’altra identità.
Gli agenti di Polizia riconoscevano nella foto di G.G. la donna che per due volte si era presentata presso il Commissariato di P.S. di Comiso, riferendo di chiamarsi Elisa.
L’uomo con cui conviveva a Comiso è risultato del tutto estraneo ai fatti, non essendo assolutamente a conoscenza della reale identità di Elisa e avendolo scoperto casualmente in seguito agli accertamenti della Polizia.
GG alla fine ha dovuto riabbracciare i propri figli ed’è tornata a vivere con loro.
Comiso 12/03/2016
IL DIRIGENTE
Dr. Emanuele GIUNTA