Palermo, 12 febbraio 2016: La proposta di dividere 3 anni ad Augusta e 3 anni a Catania la sede dell’Autorità Portuale di Augusta è irricevibile, in quanto maschera uno scippo vero e proprio. Lo dichiara l’On. Vincenzo Vinciullo, Presidente della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’ARS.Il Regolamento Comunitario e la Legge, già da tempo, hanno deciso su questa vicenda.Se si vuole operare in questo senso, allora bisogna ricontrattare tutto: 3 anni la sede della Banca d’Italia a Siracusa, 3 anni la sede dell’ex Banco di Sicilia a Siracusa e 3 anni la sede dell’Aeroporto a Siracusa, dal momento che la Camera di Commercio e l’ex Provincia regionale di Siracusa sono soci della Società dell’Aeroporto, ma a questa proposta Catania risponderà di no, perché dirà che la consuetudine, cioè l’abitudine, è dalla parte di Catania.E allora, ha proseguito l’On. Vinciullo, perché quando la legge è dalla nostra parte, dobbiamo dividere quello che è nostro con i catanesi?In queste ultime settimane, manipolando una mia intervista, hanno provato ad azzopparmi, complici basisti augustani, con menzogne assolute, per impedire che io difenda l’Autorità Portuale di Augusta.Sappiano che non ci sono riusciti.Sono più combattivo e risoluto del solito, ha continuato l’On. Vinciullo, a difendere la causa del Porto di Augusta, che è la causa della provincia di Siracusa.Sappiano Crocetta e il suo Assessore catanese alle Infrastrutture, che sono i rappresentanti del popolo siciliano e non della provincia di Catania.Su questa vicenda, o operano nel rispetto della legge o ce ne andiamo tutti a casa, perché trasformerò il Parlamento in un luogo di guerriglia politica quotidiana, affinché le ragioni del diritto prevalgano su quelli di parte.La Comunità Europea ha deciso, la Camera e il Senato hanno deciso, il Governo ha deciso. Non può ora Crocetta pensare di mettere in discussione le norme europee e nazionali. Lo sappia, ha concluso l’On. Vinciullo, e la smetta di dare speranze a chi non ha dalla sua parte il diritto, ma solo l’ingordigia di avere tutto.