Il Sindaco di Noto, dopo gli incontri con tutte le forze politiche e sociali della Città, nei quali si è discusso sulla proposta avanzata dai vertici dell’ASP di Siracusa di trasferire tutti i reparti per acuti al Presidio Di Maria, contravvenendo, in maniera scorrettissima, a tutte le intese raggiunte con il territorio, con i sindaci e con i deputati, ha convocato in via d’urgenza tutti i deputati regionali e nazionali e i senatori della provincia di Siracusa, per discutere tutte le azioni possibili per garantire una sanità equa nell’intero territorio, senza alcuna mortificazione. Ciò al fine di evitare una “guerra tra poveri” che metterebbe, come forse vorrebbe qualcuno, in gravissima contrapposizione due comunità (quelle di Noto e di Avola), cosa che non porterebbe alcun vantaggio al cittadino.
La riunione con la deputazione siracusana si terrà questa sera (lunedì 20 settembre) alle ore 18,00 nella Sala Giunta di Palazzo Ducezio.
Sia ben chiaro a tutti che la Città di Noto porterà avanti, proprio a difesa della sanità, tutte le civili azioni per impedire l’attuazione di questa insensata proposta che non ha alcun fondamento di natura tecnico-economica e si fa rilevare che anche questa volta i vertici dell’ASP hanno “dimenticato” di giustificare i vantaggi economici oltre che la fattività oggettiva del trasferimento dei reparti di acuti al Presidio Ospedaliero Di Maria anziché al Trigona.
A mo’ di esempio si porta a conoscenza che la paventata rimodulazione che prevede Avola quale presidio di acuti, dovrebbe determinare una riduzione del personale a seguito dei necessari minori posti letto che possono trovare allocazione nel più piccolo presidio di Avola e soprattutto un aumento di costi che sarebbero di parecchio superiori rispetto ad un trasferimento degli acuti a Noto. Di tutto questo i vertici dell’ASP dovranno darne conto non solo al territorio, non solo ai deputati ma, qualora dovessero ostinarsi a proseguire in tale intento, che ha solo ed esclusiva valenza politica (si osa dire bassa politica), anche alla Corte dei Conti; non è accettabile e consentito ad alcuno che si possa fare uno sperpero di denaro pubblico di tali dimensioni senza rispettare quei tanto decantati principi di economicità ed efficienza.
Qualora l’ASP non fosse in condizione di poter formulare un vero e proprio piano di rifunzionalizzazione che ponga veramente al primo posto i due predetti criteri di economicità ed efficienza, non si esiterà a chiedere le dimissioni del Direttore Generale, del Direttore Sanitario e del Direttore Amministrativo, assieme a tutto lo staff tecnico, che hanno avuto ad oggi l’abilità di partorire una abnorme proposta che nulla ha a che vedere con la sanità nella zona sud e che anzi rappresenta proprio il preludio della scomparsa di qualsiasi forma di assistenza sanitaria per i cittadini di un’area talmente vasta che conta 100.000 abitanti, numero che nel periodo estivo ascende a quasi 300.000.