Non desidero polemizzare con nessuno, perché ogni opinione merita rispetto, soprattutto se nasce da un sentimento popolare diffuso.
Nella civiltà democratica si spera solo che le opinioni si formino a seguito di informazione e conoscenza
Tutti hanno diritti e doveri: eletti ed elettori.
Fra i diritti degli eletti al consiglio comunale c’è quello di percepire un gettone di presenza per le riunioni di Consiglio e di Commissione. E’ un diritto derivante da norme di rango costituzionale, nazionale, regionale e comunale.
L’indignazione dei cittadini nasce da alcuni casi di malcostume, talvolta spinto al limite del reato, che si sono verificati in qualche altro Comune e che abbiamo appreso dalla stampa.
QUALCHE ESEMPIO DI MALCOSTUME:
Qualche consigliere che va in consiglio, prende la presenza, resta un po’, se ne va magari dopo poco tempo e percepisce lo stesso il gettone di presenza come il collega che è stato presente per sei/sette ore e magari di notte a lavorare per la collettività.
Qualche Commissione che viene convocata CONTINUAMENTE con ordini del giorno insignificanti, con riunioni di durata esigua, che magari si sciolgono dopo cinque minuti perché viene a mancare il numero legale. Cosicché la commissione si riconvoca di nuovo e si moltiplicano i gettoni di presenza. ……….
E così via.
A Rosolini non risultano, per quanto mi riguarda e per quanto ne so anche del passato, casi di questo genere.
In ogni caso, senza polemica alcuna, per quanti desiderano formarsi una opinione “informata”sull’argomento, riporto qui di seguito il testo completo del mio intervento in Consiglio Comunale:
“Per quanto riguarda questa storia dei gettoni di presenza dei consiglieri, io penso che la questione nasca da episodi di abuso e malcostume verificatisi in alcuni comuni, specialmente per quanto riguarda le riunioni delle commissioni consiliari e non già le riunioni di Consiglio che sono quelle che sono, senza possibilità di speculazione alcuna.
Poiché sono certa che nel nostro caso non esistono problemi di malcostume di questo genere, non intendo associarmi alla demagogia populista che va di moda in questo periodo.
Il gettone di presenza costituisce un piccolo e simbolico rimborso spese che non può essere minimamente inquadrato nella problematica degli sprechi e dei privilegi nelle pubbliche amministrazioni.
Se la rinuncia al gettone è finalizzata a scopo benefico, credo che la beneficenza si fa senza clamori pubblicitari e ciascuno la fa o non la fa nel privato, secondo la propria coscienza.
Se invece la rinuncia è finalizzata al risparmio per problemi di bilancio, potrebbe essere presa in considerazione solo in un contesto di azzeramento totale di tutte le indennità che riguardano sindaco, assessori, presidenza del Consiglio e indennità di funzione dei dirigenti.
Rispetto a queste indennità mensili continuative infatti il gettone di presenza costituisce un importo insignificante e ridicolo.
Per queste ragioni sono contraria alla rinuncia algettone perché lo stesso non costituisce un privilegio o un’appropriazione indebita e soprattutto perché in politica non si può accreditare l’idea di fare di tutta l’erba un fascio”.