Amenta: “Soddisfatti del risultato di partecipazione e condivisione di oggi dei Sindaci e
dell’Ars, la verifica deve essere il via alle riforme”
Si è tenuta all’Hotel Politeama, e non in piazza a causa delle condizioni metereologi, la conferenza stampa convocata per questa mattina dall’AnciSicilia per richiamare alle proprie responsabilità la politica e il Governo siciliano di fronte alla drammatica situazione economica e sociale che in questo periodo stanno vivendo i Comuni e la Sicilia.
Una piattaforma non solo di denuncia per i tagli e i ritardi nei trasferimenti finanziari da parte della Regione che hanno già messo in ginocchio i Comuni, le cui casse sono ormai vuote, a pregiudizio della continuità dei servizi, in particolare quelli sociali, e il pagamento degli stipendi, ma anche di proposte per le riforme che la Sicilia attende, e per un diverso modo di spendere le risorse comunitarie con ricadute sullo sviluppo e l’occupazione, quella che questa mattina i vertici regionali di AnciSicilia hanno presentato e che ieri aveva anticipato il Vice Presidente, Paolo Amenta, Sindaco di Canicattini Bagni.
Un documento che tutti i Sindaci siciliani hanno condiviso, come sottolineato dalla presenza oggi al Politeama di oltre sessanta primi cittadini, in particolare tutti quelli dei Comuni capoluoghi di provincia (Bianco assente ha inviato una nota di adesione).
Un documento che è stato messo, assieme alle 200 delibere dei Consigli comunali siciliani di adesione alle iniziative di AnciSicilia, sul tavolo della politica e del Governo regionale.
«Un documento – ha dichiarato il Vice Presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta – che anche i gruppi all’ARS hanno dichiarato di condividere, consapevoli dell’esigenza di salvare i Comuni e i territori e della necessità di guardare al futuro con un piano di riforme che se ancora rinviato decreterà la morte di quest’Isola.
Quindi, come riportavo nel documento che ho diffuso ieri: a) l’approvazione della legge dell’acqua pubblica, con l’organizzazione del sistema idrico integrato, e relativi investimenti su rete idriche, fognature e depuratori; b) un Piano di gestione dei rifiuti che prescinda dalle discariche e soprattutto dagli inceneritori, ma che piuttosto parli esplicitamente di differenziata e che si lega alla realizzazione in Sicilia del Piano dell’Impiantistica Pubblica regionale, vedi le piattaforme per il compostaggio e per la differenziata; c) velocizzare la Riforma istituzione dei Liberi Consorzi e delle Città metropolitane; d) lotta alla povertà e all’inclusione sociale di migliaia di famiglie siciliane sono ormai sull’orlo del baratro; e) lotta alla mafia non con l’antimafia di facciata ma aiutando e sostenendo la produzione di ricchezza e la creazione di posti di lavoro.
Accanto a questo – continua Amenta – applicazione del Federalismo fiscale con i piani decennali di perequazione infrastrutturale per ridurre il gap tra nord e sud, dare maggiore responsabilità alle organizzazioni territoriali, vedi CLLD, che sostituiscono i Gal, facendo diventare le comunità leader del proprio sviluppo, e indirizzare il 50% dei fondi destinati alla Sicilia ai famosi ITI, Interventi Territoriali Integrati. Creando progetti integrati di sviluppo, che incominciano a fare sistema e a mettere insieme tutte le potenzialità di ogni singola area.
Infine, aumentare e migliorare l’incidenza della spesa comunitaria diretta rispetto a Bruxelles, i famosi 70 miliardi che si spendono nelle varie regioni d’Europa, dove la Sicilia in questo momento incide solo per lo 0,01%.
Il tutto, come abbiamo illustrato oggi, si racchiude quindi in: piattaforma regionale, fondi comunitari con un metodo diverso, integrazione con i fondi nazionali PON, Federalismo fiscale che ha obbligo e responsabilità verso la Sicilia, fondi diretti della Comunità Europea da integrare area per area, e alla fine il sistema privato delle Banche per le anticipazioni delle spese comunitarie a rendicontazione.
Su questo, stamattina, c’è stata ampia convergenza, con nostra grande soddisfazione, per gli impegno, altresì, che tutti assieme abbiamo assunto. Da desso si passa, pertanto, alla seconda fase di questo percorso che prevede il coinvolgimento dei cittadini e dell’intero “sistema territorio”, per cui in ogni Comune i Sindaci si faranno carico di convocare Assemblee quanto più ampie possibili.
La verifica sulle condivisioni che oggi la politica ci ha manifestato, l’avremo con l’avvio di questa nuova stagione di riforme.
Da parte nostra, se questo non accadrà – conclude il Vice Presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta -, il prossimo 21 Aprile, nella grande Assemblea regionale che abbiamo convocato a Caltanissetta, decideremo se continuare a dare fiducia a questa politica o trasformarci in quel movimento politico territoriale che i cittadini reclamano. Di certo, come abbiamo più volte ribadito, non staremo a guardare con le mani in mano che si dia l’estrema unzione a questa terra che invece vuole rinascere».