Rosolini – Rimane sempre caldo il clima politico in città in vista dell’appuntamento elettorale del 15 e 16 marzo che vedrà gli elettori di due sezioni comunali chiamati alla ripetizione del voto per scegliere i due contendenti per la fascia tricolore di primo cittadino. Accordi, alleanze ufficiali e sottotraccia, si stanno susseguendo in questi giorni alla ricerca di trovare l’assetto vincente e nei prossimi giorni potrebbero venire fuori ulteriori colpi di scena. Una di queste riguardano l’avvocato Pippo Incatasciato il sta valutando l’ipotesi di un suo ritiro dalla competizione. Al momento solo voci che potrebbero tramutarsi in certezza proprio nei prossimi giorni. Cosi si ricorderà infatti una sua possibile rinuncia e determinata dal fatto che qualora Incatasciato venisse riconfermato al ballottaggio con Calvo, si troverebbe sbarrata la strada per ricoprire la carica di primo cittadino per effetto della una sentenza. alquanto discutibile, del Tar etneo. Una decisone quella di Incatasciato che darebbe il via libera agli altri due candidati pretendenti alla sfida con Calvo, ovvero l’avv. Giovanni Giuca e l’avv. Pinello Gennaro. Naturalmente, sulla eventuale decisione di rinuncia di Incatascia si sono formati fronti opposti alimentando il dibattito . C’è infatti chi plaude a questa decisone in quanto sarebbe inutile spendersi in una competizione elettorale che alla fine non andrebbe a premiare gli sforzi profusi. C’è chi sostiene invece che il Movimento e quando costruito nel corso di questi anni, sia un patrimonio da salvaguardare e quindi mantenuto in vita e soprattutto curato perché composto da giovani i quali credono in certi valori. Un rispetto a loro dovuto e quanti credono ancora in questo progetto. Un bel dilemma che solo ed esclusivamente Incatasciato e i suoi fedelissimi dovranno sciogliere. Ma nelle ultime ore è sorto un altro fronte composto da coloro i quali sostengono che un eventuale ritiro di Incatasciato andrebbe ad inficiare ulteriormente la competizione elettore per cui sarebbe il caso che tutti i candidati si ritirassero, ivi compresi i consiglieri comunali eletti e papabili ( in odore di eventuale premio di maggioranza), si azzerasse il tutto e si ricominciasse ex novo. Tutto ciò, sostengono ancora i fautori di questa tesi, perché appare chiaro che la geografia politica in questi ultimi mesi è profondamente cambiata con consiglieri comunali “eletti e congelati” e primi dei non eletti che hanno cambiato coalizione e casacca. Una situazione che non rispecchia il quadro politico costituito nel 2013 e quindi va a cozzare con la volontà originaria dell’elettorato rosolinese .