Eva Brugaletta –
È giunta alla valutazione dell’offerta tecnico – qualitativa la commissione riunita dall’Ufficio regionale espletamento gare d’appalto (Urega) due giorni fa, dopo avere ammesso sul fronte dei requisiti di carattere generale e di qualificazione tutte e dodici le istanze presentate dalle ditte che gareggeranno all’affidamento dell’appalto utile all’esecuzione del primo stralcio dei lavori per le opere di tutela della fascia costiera a Santa Maria del Focallo. L’importo complessivo dell’appalto è di 2milioni e 100mila euro circa.
Il vaglio dell’offerta tecnico – qualitativa non sarà un’operazione veloce poiché la valutazione dei requisiti e delle offerte migliorative sarà effettuata a coppie di ditte, motivo per il quale si creerà un matassa da dipanare in tempi non celeri. Un rallentamento che farà di certo piacere agli ambientalisti, speranzosi sempre in un’ormai impossibile battuta d’arresto dei lavori, che hanno comunque tentato lo scorso luglio, presentando un esposto alla Procura sulla base di quanto emerso dai documenti visionati, dalle norme e dal Piano paesaggistico. «Sono in atto o si stanno avviando – spiegarono in nota per motivare l’esposto in procura – lungo la fascia costiera che va dalla costa vittoriese all’isola delle Correnti, interventi per il ripascimento e la protezione del litorale di aree a rischio d’erosione. Fra i quali: Scicli, località Arizza – Spinasanta; l’area prospiciente alla riserva «Macchia foresta» del fiume Irminio; Ispica, nel tratto compreso tra Santa Maria del Focallo e Porto Ulisse. Tali interventi sono in contrasto con le leggi. L’art. 36 del Piano paesaggistico vieta la realizzazione di “opere a mare e i manufatti costieri che alterino la morfologia della costa e la fisionomia del processo erosione – trasporto – deposito di cui sono protagoniste le acque e le correnti marine. Opere che alterano il percorso delle correnti costiere, creando danni alla flora marina, e che alterano l´ecosistema dell’interfaccia costa mare”. In particolare – spiegavano – sono vietate barriere artificiali e scogliere frangiflutti. Nonostante i divieti, la Soprintendenza ha concesso il nullaosta al primo stralcio del progetto a Santa Maria del Focallo, con la realizzazione di 7 pennelli obliqui alla costa».
Smentì categoricamente gli ambientalisti Paolo Mozzicato, assessore ispicese alla Fascia costiera, evidenziando che «il progetto prevede la realizzazione di pennelli permeabili e di barriere soffolte (sommerse). I primi sono strutture a corpo discontinuo che permettono il passaggio dei sedimenti, assorbendo nel contempo una parte dell’energia dell’onda incidente, con conseguente riduzione del trasporto solido litoraneo». Spiegando che «la struttura permeabile favorisce il mantenimento del profilo originale della spiaggia, smorzando l’energia dell’onda incidente senza annullarla del tutto, e permettendo la deposizione dei sedimenti su entrambi i lati dell’opera». Sottolineando che «le barriere soffolte sono strutture che richiamano l’azione delle barriere coralline a difesa delle isole oceaniche. E assicurano il ricambio d’acqua (che avviene in superficie per effetto delle «onde Swell») fra l’area esterna e interna e, quindi, la salubrità delle acque di balneazione».
Le barriere rigide non sono quindi un’infrazione al Piano paesaggistico, anche perché, come ha spiegato Mozzicato, «il progetto ispicese è definito di «mitigazione del rischio idrogeologico». Ciò significa che lo strumento di pianificazione che sovrintende a questi tipi di interventi è il Piano assetto idrogeologico (Pai). Il Pai costituisce lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico mediante il quale sono programmati e pianificati azioni, norme d’uso ed interventi riguardanti l’assetto idrogeologico e rappresenta i livelli di pericolosità e rischio derivanti dal dissesto idrogeologico relativamente alla dinamica costiera. Le previsioni e le prescrizioni del Pai costituiscono variante agli strumenti urbanistici (Prg, Piani paesaggistici ecc.). Il Pai è, quindi, strumento sovraordinato al Piano paesaggistico».
Legambiente, nell’esposto, faceva «considerazioni analoghe relative alla non osservanza del Piano paesaggistico per il progetto in effettuazione ad Arizza – Spinasanta ed il progetto di ben 23 barriere soffolte nei fondali antistanti la riserva «Macchia foresta» del fiume Irminio. Pennelli e barriere soffolte non sono altro che barriere artificiali e scogliere che alterano la morfologia della costa ed il normale decorso delle correnti che trasportano la sabbia e modellano dinamicamente le spiagge, quindi espressamente vietati dal Piano paesaggistico».
Tiziana Scuto però non ci sta. Il presidente del comitato Santa Maria del Focallo – Marina Marza si ribella «alle polemiche sterili, prive di fondamento e alle critiche innescate contro i progetti di ripascimento mosse dagli ambientalisti». E per dimostrare che hanno torto, «insieme ad una folta delegazione di cittadini, soci del comitato e residenti della fascia costiera, hanno effettuato un sopralluogo nelle contrade Arizza e Spinasanta dove, un anno fa, è stato avviato un intervento di contrasto all’azione erosiva marina che aveva inghiottito la spiaggia e compromesso la stabilità delle abitazioni limitrofe». Il sopralluogo, guidato dal geologo Francesco Ascanio tecnico del progetto, «ha permesso di verificare che – spiega Scuto – dopo un anno dall’inizio dei lavori, sono presenti circa 25 metri di spiaggia dalla battigia e l’acqua è limpida e cristallina, tanto che sui massi dei pennelli sommersi è cresciuta vegetazione marina dove nidificano i pesci. Ancora più evidente il recupero nei tratti dove vi è stato anche l’apporto delle sabbie, così come è previsto nella fascia costiera ispicese. I risultati ottenuti in quella zona sgombrano il campo da ogni timore e da ogni perplessità sulla validità del progetto e sui risultati eccellenti che si otterranno nel brevissimo tempo anche ad Ispica, dove l’intervento garantirà il ritorno di una spiaggia di circa 50 metri».
La replica degli ambientalisti ispicesi (Sikelion) non tarda ad arrivare. «L’eco positivo che la nostra azione sta avendo in tutta Italia parla da sé – sottolineano in una nota –. E, in ogni caso, chi conosce la materia sa bene che gli equilibri marini sono delicatissimi e che, nella fattispecie, il caso sciclitano non è affatto indicativo di ciò che avverrebbe ad Ispica».
Ma Scuto non si fa cogliere impreparata e ribadisce: «Se questo inverno s’avvieranno i lavori di ripascimento, la prossima estate la costa avrà riconquistato quelle caratteristiche che sono andate perdute, ritrovando quell’immensa spiaggia che ha caratterizzava il litorale ispicese. Il comitato Santa Maria del Focallo – Marina Marza, non solo sostiene e sollecita il completamento del progetto e l’avvio dei lavori, ma s’impegnerà ad assicurare alla costa la salvaguardia dall’erosione».