Eva Brugaletta-
Colpiti da misura cautelare con obbligo di dimora due dei tre truffatori, che, a gennaio, hanno raggirato un anziano, estorcendogli sei mila euro con la promessa d’incassare 100mila euro frutto di un’eredità bloccata, che sarebbe stata resa disponibile proprio grazie alla lauta somma arraffata. Si tratta di E.S., 55 anni, di Roccalumera e di G.C., 53 anni, di Messina, persone note alle forze dell’ordine proprio per i precedenti penali inerenti a truffa e circonvenzione, mirati raggiri sempre rivolti ad anziani indifesi. Sono stati i carabinieri di Messina a notificare ieri la misura restrittiva ai due uomini, individuati dai colleghi ispicesi dopo mesi di serrate indagini. I carabinieri della locale Stazione hanno inviato la segnalazione e, subito dopo, è scattata la misura cautelare per i truffatori.
Nessuna traccia, invece, di quella donna sui 30 anni, terzo componente della “banda del raggiro”, forse, anch’ella d’origine messinese.
La donna ha avuto un ruolo fondamentale nella truffa dell’anziano ispicese, R.S., 77 anni, lo scorso 14 gennaio. L’uomo è stato preso di mira e avvicinato a Rosolini dai tre malviventi, usciva da un ambulatorio medico. È stato convinto di potere entrare in possesso di un’eredità che valeva 100mila euro, sborsando la somma di 6mila euro, denaro utile a sbloccare la cifra. Somma, naturalmente, della quali i truffatori non disponevano e che l’ingenuo anziano doveva subito consegnare loro. Così, l’uomo è salito in auto, seguito dai tre balordi, ritornando ad Ispica e recandosi direttamente nell’istituto di credito dove conservava i risparmi, l’Unicredit, in piazza dell’Unità d’Italia, in pieno centro.
È stata la donna, pare, a seguire l’uomo all’interno dell’Unicredit, controllando che il prelievo dei 6mila euro fosse realmente effettuato. O, quantomeno, ha insospettito i testimoni una figura femminile, che, entrando in banca subito dopo la vittima, non ha effettuato operazioni, ma ha atteso che l’anziano prelevasse la somma, uscendo dall’istituto di credito subito dopo.
La consegna dei 6 mila euro ai truffatori, secondo il confuso racconto della vittima, pare sia avvenuto nei pressi dell’ufficio postale, in via Vittorio Veneto, poco distante dall’Unicredit. Poi, l’anziano è stato invitato ad acquistare valori bollati in una rivendita sita in Corso Umberto, che, insieme con i 6mila euro, dovevano servire per sbloccare i 100mila euro dell’eredità. L’anziano acquista “diligente” le marche da bollo, ma all’uscita della rivendita non trova nessuno ad attenderlo. In preda alla disperazione, contatta il figlio, che lo accompagnerà subito dopo dai carabinieri per sporgere denuncia.
La “banda del raggiro” non è escluso possa essere anche coinvolta nella truffa agita lo stesso pomeriggio del 14 gennaio a Vittoria. La vittima è risultata essere un altro anziano. Come da copione, gli è stato fatto credere che, per “sbloccare” una cospicua eredità, servisse una piccola somma di denaro del quale, ovviamente, i balordi non erano in possesso. La vittima, sborsando la cifra richiesta dai truffatori, avrebbe avuto restituito non solo il denaro investito, ma anche un “regalo” per il disturbo. L’uomo, invece, ha pagato caro la sua ingenuità.
Le truffe agli anziani probabilmente vanno a segno, forse, a causa della crisi economico-finanziaria che colpisce soprattutto loro. I pensionati, come confermano tra l’altro le statistiche, sono i nuovi poveri.