Eva Brugaletta –
Dalle aule del tribunale, alla Rai, per approdare in prefettura: la storia infinita di Uccio Milana, diventata il “caso ispicese”, continua con una lettera inviata al prefetto Annunziato Vardé, dove denuncia «l’abuso di potere» subito. Sotto accusa finisce l’amministrazione comunale, che, secondo la testimonianza di Milana, pare abbia scippato il chiosco in piazza che la famiglia gestiva, utilizzando come alibi i lavori di ricostruzione del salotto cittadino. La famiglia Milana è rimasta senza lavoro ed è stata costretta ad emigrare in Germania per trovare un impiego. Oltre il danno, però, pure la beffa. Nel momento in cui la famiglia Milana ha fatto valere i propri diritti, è piovuta l’accusa di abuso edilizio, dovendo difendersi in tribunale. Per il reato contestato, Uccio Milana è stato assolto.
La lettera inviata al prefetto Vardé non è l’amaro sfogo di un giovane deluso, ma un vero e proprio atto d’accusa da parte di un cittadino indignato. «Eccellenza – scrive Milana al prefetto Vardé – sono trascorsi alcuni anni da quando mi rivolsi a lei, fiducioso in un suo intervento, per chiarire la nostra non chiara situazione sul chiosco nell’ex piazza Regina Margherita. Nella Pasqua di quattro anni fa, iniziarono i lavori di smantellamento e ricostruzione della piazza dove io gestivo il chiosco e, senza nessun preavviso, fui costretto a chiudere. Alla mia domanda, rivolta al sindaco, su quale fosse la mia situazione, in tutta risposta mi vidi arrivare i vigili urbani a contestarmi il reato di abuso edilizio. Peccato che in quella piazza erano iniziati i lavori e della stessa rimane nulla, manco il nome».
In sostanza, a Milana è stato contestato il reato di abuso edilizio nel momento in cui è stata distrutta e ricostruita, come spiega il giovane, «una piazza con vincolo paesaggistico e ritenuta di grande interesse storico e artistico».
Milana ha dovuto quindi difendersi dalle accuse ed è stato sottoposto ad un processo durato quattro anni. È stato assolto.
Alla famiglia Milana, dopo la chiusura del chiosco in piazza, è stato assegnato il chioschetto in piazza Mazzini in via del tutto eccezionale e per la durata dei lavori in piazza. «I lavori in piazza – prosegue Milana – sono stati consegnati due anni fa. Il chioschetto minore ci è stato richiesto indietro visto che i lavori di ristrutturazione erano terminati. Tale buffonata sarebbe ora di chiarirla. Un prefetto deve garantire trasparenza, democrazia e difendere i cittadini da ogni abuso di potere. Tale istituzione serve proprio ad intervenire nel momento in cui un sindaco abusa del suo potere per un proprio e discutibile operato. Nella nostra costituzione una delle prime voci è proprio quella fondata sul lavoro e sulla democrazia. Se tali certezze vengono meno, mi domando quale sia il significato di appartenere ad uno Stato democratico. Questo appello non è rivolto solo al prefetto – conclude Milana – ma a tutti coloro che, pur conoscendo la vicenda, con i loro silenzi diventano complici e, quindi, colpevoli in egual modo, adottando l’antico motto: mors tua vitae mea».
La storia di Milana è pure approdata su Rai 1, ma i risultati tardano comunque ad arrivare.
ISPICA – CASO MILANA APPRODA IN PREFETTURA
previous post