Senza l’infermiere a bordo è rimasta per un giorno, lunedì scorso, l’ambulanza del servizio 118. Poi, non i giusti propositi di buona sanità, ma il putiferio scatenato dalla locale sezione del Partito democratico hanno consentito il rinnovo del servizio per altri tre mesi. Un periodo breve, ma, perlomeno, una speranza che qualcosa possa migliorare.
Finora, ad una pubblica sanità sempre più risicata, ha supplito l’ambulanza della locale Misericordia, alla quale i cittadini, a prezzi onesti, fanno sempre maggiore riferimento, ma questa non è una libera scelta di un fruire di un servizio che piace più di un altro, è quasi un obbligo.
La professionalità garantita da un infermiere a bordo dell’ambulanza e la presenza fissa stessa del mezzo di soccorso ad Ispica, spostato in passato per garantire i Pte dei centri vicini, sono state dure battaglie vinte, dopo immani sacrifici, dall’ex consigliere comunale Anna Maria Gregni.
Il consigliere democratico Pierenzo Muraglie evidenzia invece «l’assurdità di possedere un’ambulanza nella quale il servizio dell’infermiere svolto a bordo di essa è messo in discussione a causa dell’assegnazione a tempo determinato, prorogata di volta in volta e con il rischio sempre incombente di una sua soppressione».
Muraglie sottolinea inoltre che «qualche giorno fa hanno assegnato nelle città di Scicli e Comiso l’ambulanza medicalizzata. Questi due centri dispongono d’altrettanti ospedali dotati di Pronto soccorso. Ispica, invece, rischia d’avere nulla in tal senso. La risposta – aggiunge – credo vada ricercata nella credibilità e nella forza rivendicativa a vantaggio dell’intera comunità che le rappresentanze istituzionali degli altri comuni hanno, mentre ad Ispica il sindaco Piero Rustico e la giunta vivono lontano dai bisogni e dalle urgenze della collettività. Siamo costretti a denunciare – conclude Muraglie – questa condizione di serie B in cui Ispica si trova a causa di rappresentanze istituzionali disinteressate ai problemi degli ispicesi».