Eva Brugaletta
ISPICA
Risulta regolare l’elezione del presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Quarrella. La Regione ha respinto il ricorso avanzato dai consiglieri d’opposizione, che hanno denunciato il «palese errore in cui è incorso il vicepresidente dell’assise Patrizia Lorefice, proclamando l’elezione alla carica di presidente un consigliere che non ha raggiunto il quorum necessario. Quarrella è stato eletto con sette voti, su quattordici consiglieri presenti, dei quali uno si è astenuto.
La Regione «esaminati gli atti pervenuti» non avrebbe riscontrato «profili d’irregolarità nel comportamento del vicepresidente Lorefice», che ha proclamato eletto il consigliere Quarrella.
«La Regione ha certificato l’ignoranza dei consiglieri Mario Santoro, Carmelo Padova, Giambattista Genovese, Giovanni Lauretta, Carmelo Fidelio e Paolo Monaca sull’elezione del presidente del Consiglio comunale, dimostrando d’ignorare il funzionamento dell’organo che rappresentano»: lo scrivono in un documento i rappresentanti del Pdl, Rustico Sindaco, Udc, Grande Sud e Ispica domani.
Gli esponenti della maggioranza sottolineano che «Santoro, Padova, Genovese, Lauretta, Fidelio e Monaca hanno inviato una missiva alla Regione, alle Prefetture di Ragusa e di Palermo, al presidente della Regione e al ministro degli Interni, denunciando il “palese errore in cui è incorso il vicepresidente, che ha proclamato l’elezione alla carica di presidente un consigliere che non ha raggiunto il quorum necessario”. Denunciando inoltre presunte prevaricazioni, atteggiamenti ostruzionistici e demagogici, persistenti violazioni delle norme regolamentari e statutarie, conflitti di interesse, modi illegittimi di gestire la amministrazione del Comune e chi più ne ha, più ne metta. Il tutto per chiedere un “autorevole intervento ispettivo”, che, puntualmente, è arrivato. La Regione, dopo aver richiamato Statuto e Regolamento, nonché un parere del Consiglio di Giustizia amministrativa, ha dichiarato legittima l’elezione del presidente Quarrella, specificando di non aver riscontrato profili d’irregolarità nel comportamento del vicepresidente. Eravamo già certi di avere ragione – si conclude la nota – ma abbiamo atteso conferme autorevoli».