Eva Brugaletta –
Ha ripreso coscienza ieri mattina, dopo due giorni di coma, l’uomo ricoverato martedì scorso all’ospedale Maggiore di Modica per una profonda ferita al capo provocata da cause ancore tutte da accertare. Non si è trattato di un incidente sul lavoro, come s’è pensato in un primo momento. E più si va avanti nelle indagini, maggiori sono gli indizi che inducono i carabinieri a pensare che la faccenda sia a tinte fosche.
Intanto, l’uomo è stato già sentito due volte, interrogato dai militari nel letto della clinica “Villa Azzurra” di Siracusa, specializzata in traumi neurologici, dove è stato trasportato in un secondo momento vista la gravità delle ferite e dove si trova tuttora ricoverato. Le condizioni di salute sono leggermente migliorate in queste ore, ma i medici invitano alla cautela.
Il giovane ha rischiato grosso. Si tratta di S.V., 26 anni, di nazionalità rumena. La ferita al capo è stata la conseguenza di una caduta. Ma cosa o meglio chi ha provocato la caduta rimane un incognita e l’oggetto dell’indagine dei carabinieri. Fatto sta che l’uomo non si trovava da solo né prima, né dopo la caduta, perché, mentre giaceva immobile dopo l’incidente, qualcuno ha telefonato al 118 per segnalare l’accaduto. E quando il mezzo di soccorso è giunto a Marina Marza, in una di quelle innumerevoli vie che intersecano il Viale Kennedy, l’arteria principale dell’area balneare ispicese, il malcapitato pare non fosse attorniato da diverse persone, che, a quanto sembra, si sono defilate con scaltrezza. Un paio di queste, comunque, pare siano state già identificate e, presto, saranno sentite per raccontare ai carabinieri la loro versione dei fatti.
Naturalmente, si tratta di una sommaria ricostruzione degli eventi. I carabinieri, infatti, tacciono totalmente su quella che si prefigura essere una brutta storia di violenza.