Un’intera orchestra in scena per accompagnare la voce di Mario Incudine, con strumenti provenienti dal mondo intero. C’è tanto la zampogna a “paru” quanto il flauto di canna, e quindi le sonorità vanno da quelle più calde e mediterranee a quelle più frizzanti e irlandesi, mantenendo sempre come punto di riferimento una lingua nel cantato che è quella siciliana, qui assolta a trait d’union di tutte le culture proposte, nonché a rivelatrice dell’aspetto intimo ed eterno di ciascuna.
programma:
27 aprile 2013 h 20:45 – Teatro Tina Di Lorenzo – Noto – P.zza XVI maggio
Approda sul palcoscenico del Tina di Lorenzo a Noto un protagonista della nuova world music italiana per deliziare tutti i nostri sensi, dall’udito alla vista soffermandosi soprattutto sul senso civico. Stiamo parlando di Mario Incudine nella sua ultima produzione: il concerto Italia Talìa. Artista di caratura, riconosciuto ormai in tutti i campi (cinema, teatro, discografia, composizione etc.), vanta un curriculum di tutto rispetto. Ha cantato in Nord-Africa, Cina, Nord-America, Centro America, Europa dell’Est e dell’Ovest, ha ricevuto riconoscimenti dalla Fondazione De Andrè, ha composto colonne sonore, ha duettato a Sanremo, si è esibito al Regio di Parma, ha collaborato con Battiato, Venuti, Haber, Tosca, Lucio Dalla, la Ruggiero, De Gregori, Servillo, Frassica e l’Orchestra Popolare di Roma. Oggi ha un’orchestra tutta sua con il carico di esperienza che portano gli strumentisti da lui scelti per creare le atmosfere e le destabilizzazioni culturali imposte dalla contemporaneità stessa in cui tutti siamo immersi e viviamo quotidianamente.
In ognuno dei 13 pezzi dell’album che presta il nome al concerto troviamo un’esplosione di energia proveniente da diverse culture, la forza di una lingua e un’arte la cui identità è meticcia, in cui si rincorrono le sonorità tragiche e sofferte di una terra unica come la Sicilia, ma anche il ritmo, i colori e l’ironia del suo popolo che ha saputo accogliere e far propri gli influssi e gli apporti degli amici e dei nemici, di chi ha strappato i figli alle braccia delle madri e di chi ha riempito i nostri occhi degli stili artistici provenienti dai confini del mondo.
Il pensiero di Incudine è critico e costruttivo, fa riflettere ma non colpevolizza, sprona anzi alla messa in gioco delle arti creative che lui ha ereditato dalla tradizione melodica, ma che tutti possediamo nel nostro apparato culturale. Tutte le medaglie hanno due facce, bisogna prender atto di entrambe per evolvere e non decadere.
Elena Levantino
Ufficio Stampa
Teatro di Noto