«Il dissesto era un’evitabile procedura». J’accuse dei rappresentanti dei partiti del Popolo delle libertà, Rustico sindaco, parte dell’Udc e Grande sud rivolta ai consiglieri comunali, la maggior parte dei quali loro alleati fino a poco tempo fa, ritenuti i veri responsabili della catastrofe finanziaria che si s’abbatterà sulla città entro giorno 28 aprile. Termine perentorio entro cui il Consiglio comunale si troverà costretto a deliberare il dissesto, precettato dalla Prefettura e, ancora prima, dalla Corte dei Conti.
I partiti rappresentanti dell’esigua, ma coerente, maggioranza che sostiene il sindaco Piero Rustico non ci stanno. E, respingendo il modus operandi dei loro ex alleati e degli avversari del Partito democratico, hanno tappezzato i muri della città, affiggendo un manifesto dai durissimi contenuti, accusando «i consiglieri comunali Meluccio Fidelio, Titta Genovese, Paolo Monaca, Salvatore Spatola, Carmelo Padova, Concetto Sessa, Giovanni Lauretta, Pierenzo Muraglie, Giuseppe Roccuzzo e, soprattutto, Mario Santoro – dimissionario da poche ore – d’avere condannato, coscientemente ed al solo scopo di attuare una vendetta politica, la città di Ispica al dissesto finanziario».
Un dissesto, a loro avviso, «non necessario, ma pervicacemente rincorso da questi consiglieri comunali al solo fine di potersi stracciare le vesti, additando il sindaco Rustico come unico colpevole».
Secondo i rappresentanti della maggioranza, «Santoro è il deus ex machina di questa vergognosa ed infame operazione. È riuscito a servirsi di nove dei suoi più illustri colleghi, adoperandoli al meglio come “utili”», usandoli per «“incendiare la casa”, salvo poi darsi alla fuga e lasciarli con il proverbiale “cerino in mano”. Chi non ha niente da nascondere, non fugge – ricordano all’ex alleato Santoro –. E, noi, non c’eravamo sbagliati – sottolineano con amarezza – la nostra funesta profezia su coloro i quali hanno giocato con il futuro della città s’è purtroppo avverata. Però, al contrario di altri, – evidenziano determinati – noi non abbiamo niente da nascondere: non siamo fuggiti e non lo faremo. E, anziché assistere impotenti alle sedute del Consiglio comunale “per pochi intimi” invocate dalle opposizioni, invitiamo i cittadini a prendere parte, numerosi, alle prossime civiche assemblee, in modo tale – concludono – possano rendersi conto, di persona, del vergognoso utilizzo che questi signori hanno fatto del massimo organo rappresentativo cittadino e del futuro di centinaia di ispicesi».
Interviene a difesa di Muraglie e Roccuzzo, il segretario del Partito democratico, Gianni Stornello, interpellato sulla faccenda. «I consiglieri del Pd – dice Stornello – non sono stati manipolati da nessuno, tantomeno da Santoro, sul quale abbiamo precise idee da diversi anni, senza mai modificare il giudizio sull’operato politico. Fra l’altro – aggiunge – il Pd è il solo, a differenza di tutti gli altri, a maturare le convinzioni e le decisioni col confronto nella sede di partito ed è a questo che i consiglieri si sono rifatti, si rifanno e si rifaranno. Il Pd paventò il dissesto – chiarisce poi il segretario – già tre anni fa. I democratici in generale e i consiglieri Muraglie e Roccuzzo in particolare sono contrari al dissesto, anche se, ormai, è purtroppo inevitabile. È bene ricordare ai cittadini che – conclude Stornello – il dissesto è stato generato dal fatto, da ben otto anni, le risorse del Comune sono state dilapidate dal centrodestra, attuale e pentito, e dal sindaco».