Il film del 1973 è diviso in sei capitoli per analizzare un rapporto di coppia lungo l’argo di 10 anni. Curata dallo stesso Bergman, l’edizione cinematografica deriva da uno sceneggiato TV in 6 “scene” i cui titoli poi ritroviamo all’interno della pellicola. Amato dai cinefili di tutto il mondo per i suoi rossi predominanti, per le sue riprese quasi interamente in studio (con conseguente calcolo matematico della fotografia), per i suoi primi piani senza scampo, e soprattutto per la sua sceneggiatura tanto forte da far reggere l’intero film alla parola. Un livello tanto alto è certamente un’ardua sfida per il teatro.
programma:
09 aprile 2013 h 20:45 – Teatro Tina Di Lorenzo – Noto – P.zza XVI maggio
Il Teatro Stabile d’Abruzzo presenta una versione del tutto innovativa del capolavoro bergmaniano “Scene da un matrimonio” affrontato con la lente d’ingrandimento della commedia e discostandosi quindi sia dalle tensioni dell’originale cinematografico, sia dall’interpretazione televisiva svedese, sia dalla messinscena della coppia Lavia-Guerritore. Adesso la fanno da padrone le questioni di oggi, le nuove valenze, i nuovi pensieri, niente a che vedere con gli inferni domestici di Strindberg e le atmosfere di Ibsen di cui era intriso Bergman. Qui si sorride, si osservano con sguardo cinico gli affondi che i due si lanciano nel loro vivere sociale, senza abbandonare mai il filo rosso dell’ironia. Mi fu più precipua la concezione del teatro come specchio freddo e spietato della realtà contemporanea. Va da se che gran parte del merito grava sulle spalle degli interpreti, i quali con disarmante spirito di verità riportano sulla scena battute agghiacciantemente politically correct,per ribadire la questione che impera su tutta l’opera, e qui torniamo alla versione cinematografica, “quanti diversi tipi di amore esistono tra due persone?”