Eva Brugaletta
I doposcuola comunali sono avviati verso la soppressione. Lo denuncia l’ex dirigente scolastico dell’“Einaudi” Diego Ciranda, ma lo rende noto il Partito democratico, diffondendo la notizia.
È in atto, in sostanza, lo spostamento d’ufficio di diversi dipendenti comunali, doposcuolisti compresi. «Si dice che – evidenzia Ciranda – sono stati i dipendenti interessati a richiederlo, anche se nutriamo forti perplessità, visto che un amministratore degno di questo nome accoglie le richieste solo se rientrano in una logica di riorganizzazione e di miglioramento del servizio».
Nel caso dei doposcuolisti, non si comprende però quale sia stata la logica che abbia suggerito il loro spostamento. «È sempre la stessa musica – afferma Ciranda – in tutte le situazioni in cui è necessario far cassa, si colpiscono i servizi essenziali per i cittadini quali sono la scuola e la sanità. L’Amministrazione comunale – prosegue – consente (o forse sollecita?) lo spostamento dei dipendenti ad altri servizi facendo balenare l’idea dei tagli, senza una benché minima idea di riordino degli uffici. Il servizio di doposcuola va potenziato e non smantellato, come sembra voglia fare l’amministrazione. Ad esso, anzi – aggiunge – vista la grande massa di alunni immigrati, dovrebbe essere affiancato il servizio di accoglienza, in grado di elaborare, di concerto con le scuole, un protocollo che consenta loro di inserirsi nel migliore dei modi nell’ambito scolastico, realizzando percorsi di apprendimento della lingua italiana e offrendo quei servizi essenziali di sostegno alle famiglie».
L’integrazione degli alunni in situazione di handicap è un’altra nota dolente. «Essi – spiega Ciranda – oltre ad avere diritto all’assistenza igienico-sanitaria a carico del Comune, attività svolta con grande responsabilità e senso di abnegazione dal personale delle cooperative che da mesi non riceve lo stipendio, oltre che da tanti volontari a titolo assolutamente gratuito, avrebbero diritto anche all’assistente per la comunicazione, figura che non è mai stata assegnata alle scuole, nonostante qualche genitore nel passato ne abbia fatto esplicita richiesta. Bisognerebbe ripristinare – aggiunge – il servizio dell’equipe socio – psicopedagogica, indispensabile per tutte quelle situazioni di emarginazione e di disagio sociale, sospeso dallo scorso anno scolastico».
Il personale andrebbe quindi impegnato, secondo Ciranda, in corsi di aggiornamento e, soprattutto, in progetti contro la dispersione scolastica, che anche ad Ispica ha raggiunto livelli elevati. Un dato di una gravità inaudita, non approfondito in modo adeguato.
«Abolire il doposcuola – conclude Ciranda – significa dare il colpo di grazia a quelle famiglie che hanno la necessità assoluta di avere qualcuno che segua i loro figli nel percorso scolastico. Occorre impedire che Ispica, dopo il tempo pieno nella scuola primaria e il Liceo linguistico “Kennedy”, perda anche il servizio di doposcuola per l’incapacità dell’Amministrazione a gestire la cosa pubblica in modo equilibrato, rischiando, tra le altre cose, di rendere inutilizzabile la professionalità che gli insegnanti del doposcuola hanno acquisito in tanti anni di servizio».